Ciao ragazzi, oggi siamo qui riuniti per commentare insieme la quarta e ultima puntata della seconda stagione della serie “I Medici”. Questa fiction è tratta dai libri di Matteo Strukul, scrittore italiano che ha romanzato la storia della famiglia più potente di Firenze e ha fornito il materiale giusto alla Rai per produrre questa serie.

A parte commenti tecnici, il problema più grande di questa serie, con questa puntata, si conferma la struttura cronologica degli avvenimenti. La vita di Lorenzo De Medici è ciò che lo ha reso magnifico perché quest’uomo, in 43 anni, riuscì a rendere Firenze il gioiello che è oggi, compiendo imprese straordinarie. Quindi, a parte il fatto che con 8 episodi riuscire a raccontare la sua gioventù è impossibile, ma almeno, strutturarli in maniera coerente è possibile?

Siamo passati da tre puntate in cui succedeva tutto nell’arco di un anno, fino al settimo episodio, in cui passano quasi 10 anni. Non è possibile.

Sarebbe stato meglio a questo punto non fornire nessuna datazione storica e lasciare che lo spettatore collocasse gli avvenimenti in un immaginario personale.

In poche parole: non mi è piaciuto come hanno romanzato gli avvenimenti, ma ho adorato come hanno reso i personaggi. E questo ultimo punto appena menzionato è la cosa che comunque mi fa apprezzare la serie tv nonostante i numerosi avvenimenti un po’ campati per aria o trattati superficialmente.

Su internet qualcuno ha detto:

Se serve a fare amare la Storia, non importa che sia rigorosamente fedele. L’importante è che stuzzichi la curiosità e la voglia di conoscere più a fondo: personaggi, fatti e misfatti, luoghi e in questo mi sembra che sia perfettamente riuscito, almeno per me.

Spero che sia vero, oggi giorno abbiamo bisogno di far riavvicinare le persone allo studio e alla nostra bellissima cultura italiana.

Settimo episodio

Flashback: Lorenzo da piccolo va a Palazzo Pazzi per parlare con Francesco ma i due litigano.

Firenze – Roma

Lorenzo è chiuso nel suo palazzo e circondato da guardie dopo che Sforza è stato ucciso e nel mentre Francesco fa incontri sospetti a Roma… nei quali progetta una congiura per uccidere Lorenzo e Giuliano. Fortunatamente qualcuno li ascolta.

L’episodio potrebbe chiamarsi “funesti presagi”: se a Roma si progettano omicidi e intrighi, in casa Medici Giuliano e Sandro litigano per la morte di Simonetta. Giuliano infatti comincia a sminuire il lavoro del pittore cominciando a disegnare sulle sue tele dei segni casuali.

Firenze 31 Marzo 1478.

Sono passati 8 anni nella serie tv rispetto all’ultima datazione: 1470. Mi sembra assurdo uno stacco temporale così drastico.

Nella serie Papa Sisto IV viene imbrogliato e incastrato ad agire di conseguenza, ma la storia ci insegna che il Papa fu uno dei principali artefici della congiura dei Pazzi e a mio parere fu uno dei burattinai, ancora più accanito dei Pazzi. Raffaele Riario, nipote del papa viene mandato a Firenze a parlare con Lorenzo…ma non senza essere accompagnato da un piccolo esercito papale.

Giuliano si lacera per Simonetta e non potrei esserne più dispiaciuta… se nella serie Simonetta è morta nel 1470, e ora siamo nel 1478, vuol dire che sono 8 anni che Giuliano pensa a lei. Anche se in realtà Simonetta è morta nel 1476 e bisogna aggiungere anche altre cose su Giuliano…. ma le riservo per una piccola idea che ho pensato.

Nel frattempo, a Roma, Clarice viene “rassicurata” dal suo confessore e mentore Carlo De Medici, lo zio prete di Giuliano e Lorenzo, che però è costretto a mentirle per salvarle la vita. Questo è uno dei tanti escamotage che i Pazzi ingegnano per incastrare I Medici e tramare contro di loro, cercando anche allo stesso tempo di convertire vari personaggi dell’epoca alla loro causa.

Piccola nota di felicità: Clarice e Lorenzo sembrano molto uniti e felici insieme.

Flashback: Lorenzo dopo il litigio con Francesco viene raggiunto da Contessina che lo rassicura dicendogli che ha fatto la cosa giusta. Contessina ha un malore e sviene a terra sotto gli occhi di Lorenzo, Jacopo e Francesco.

Lorenzo e Sandro si confrontano nell’ufficio del magnifico e Lorenzo menziona  un certo Leonardo, allievo del Verrocchio, per far ingelosire Sandro e convincerlo ad aiutare Giuliano.

Fortunatamente grazie ad una coincidenza Clarice rivela a Lorenzo che la presunta lettera scritta da Carlo non può essere stata scritta da quest’ultimo in quanto Carlo è a conoscenza che Clarice non parla il latino. Quindi in un certo senso qualche avvenimento riescono ad averlo.

Il banchetto

Francesco e Salviati, insieme al loro sicario decidono di avvelenare le bevande al banchetto dei Medici. Vespucci, quel vile ignorante che ha fatto morire la moglie, è invitato al banchetto e quando ha detto “Sono qui per vedere Giuliano morire” volevo strozzarlo con le mie mani. Durante questa scena  c’è una tensione allucinante perché questo era il vero attentato che avevano progettato i Pazzi ma è sfumato perché, dovendo uccidere insieme entrambi i fratelli Medici, quando Giuliano non si presenta al banchetto rende l’impresa impossibile.

Un’impresa contro Dio

Così come dirà Lorenzo nella puntata successiva, I Pazzi, riuniti dopo il fallito attentato, propongono di uccidere i Medici durante la messa di Pasqua della Domenica e questo è un crimine contro natura per quel periodo storico. Questo progetto inorridisce molto gli alleati dei Pazzi e lo stesso sicario che si rifiutano di accettare la proposta a quelle condizioni.

Intanto Lorenzo e Giuliano cominciano a sospettare qualcosa, magari non sospettano il loro omicidio, ma che qualcosa di brutto stia accadendo si.

Prima della messa Giuliano dice  “mi stavo scaldando con una vecchia fiamma”. Tenetevi questo dettaglio in mente perché potrebbe essere utile per una teoria sulla futura stagione.

Francesco fa finta di pentirsi e abbraccia Lorenzo e Giuliano per vedere se hanno una maglia di ferro addosso. Un po’ come se fosse una giacca antiproiettile. In realtà gli attentatori pensavano di sgozzarli nel caso in cui fossero protetti da un’armatura superficiale.

Flashback: Lorenzo ricorda la morte della nonna Contessina…avrei preferito che durante la serie ci fossero stati dei Flashback con il nonno Cosimo, visto che quest’ultimo era molto affezionato ai suoi nipotini Giuliano e Lorenzo.

Ottavo episodio

26 Aprile 1478 – La congiura dei Pazzi

Sta per cominciare la messa, Lorenzo e Giuliano parlano e mentre il fratello maggiore lo consiglia di fare pace con Botticelli, Giuliano ci regala un’altra delle sue perle salutando Lucrezia Donati e dicendo “questo intendi con sacralità del matrimonio?”.

La scena scorre lenta. Ci sono tante inquadrature dedicate alle azioni di diversi personaggi all’interno della chiesa. Le inquadrature delle spalle di Lorenzo e Giuliano acquisiscono un significato diverso e suscitano ansia.

Lucrezia Donati si interroga: “Perché Francesco Pazzi si è messo dietro Giuliano?”

Intanto i soldati papali marciano verso Firenze durante la messa.

Siamo al momento dell’eucarestia. Si preparano i pugnali. Scena in moviola. Lucrezia urla, l’urlo non è doppiato per quanto è straziante.

Davanti agli occhi di tutti, Lorenzo e Giuliano vengono aggrediti. Giuliano senza forza passa il pugnale a Lorenzo, poi cade a terra esamine e trafitto da nuovi colpi. Jacopo rimane a guardare la scena.

Lorenzo è circondato da nemici che lo aggrediscono ma non riescono a sopraffarlo e con l’aiuto di Clarice che colpisce Francesco in testa, Lorenzo, Lucrezia e Clarice si nascondono in sagrestia.

Salviati minaccia il Gonfaloniere. C’è un caos inimmaginabile a Firenze. Le truppe dei Pazzi circondano il duomo.

E’ un momento straziante. Mi sono venuti i brividi. Ho provato paura. Il montaggio alternato è perfetto per questa occasione.

Ho pianto come non mai. In questa scena sono morte troppe persone innocenti e questa situazione è stata strutturata benissimo.

Vespucci consiglia  di lasciare il luogo del delitto, Lorenzo ormai troppo stanco non riesce  a parlarle e i congiurati non sentendolo parlare credono sia morto e decidono di andarsene.

Lorenzo è colto dalla rabbia e decide di uscire dalla sagrestia.

Giuliano si sveglia, prima di morire dice “insieme in paradiso. Vespucci andrà all’inferno per questo.” Arriva Sandro e Giuliano riesce a scusarsi con lui prima di esalare l’ultimo respiro… così mentre Giuliano muore, Lorenzo esce dal Duomo.

La storia racconta

La domenica l’ignaro cardinale Riario Sansoni invitò tutti alla messa in Duomo da lui officiata, come ringraziamento della festa organizzata il giorno prima in suo onore. Alla messa si recarono i Medici e i congiurati, con l’eccezione però del Montesecco, che si rifiutò di colpire a tradimento dentro un luogo consacrato. Vennero allora ingaggiati in fretta e furia due preti in sostituzione: Stefano da Bagnone e il vicario apostolico Antonio Maffei da Volterra. Essendo però Giuliano ancora indisposto, Bernardo Bandini (il sicario destinato a Giuliano) e Francesco de’ Pazzi decisero di andare a prenderlo personalmente. Nel percorso dal Palazzo Medici a Santa Maria del Fiore, i cronisti ricordano come i congiurati abbracciassero a tradimento Giuliano per vedere se indossasse una cotta di maglia sotto le vesti, ma egli a causa di un’infezione ad una gamba era uscito senza indossare il solito giaco protettivo sotto le vesti e senza il suo “gentile”, nome scherzoso con il quale usava chiamare il suo coltello da guerra, che gli sbatteva contro la gamba ferita. Quando arrivarono in chiesa la messa era già iniziata.

Al momento solenne dell’elevazione, mentre tutti erano inginocchiati, si scatenò il vero e proprio agguato: il Bandini si avventò su Giuliano, colpendolo ripetutamente sulla schiena, poi corse verso Lorenzo, mentre Francesco de’ Pazzi infieriva con il pugnale sul corpo di Giuliano, in un lago di sangue. Lorenzo, accompagnato dall’inseparabile Angelo Poliziano e dai suoi scudieri Andrea e Lorenzo Cavalcanti, rimase ferito di striscio sulla spalla dagli inesperti preti che provarono a colpirlo, riuscendo poco dopo a entrare in sacrestia, dove chiuse le pesanti porte e si barricò. Il Bandini si avventò, ormai in ritardo, e sfogò la sua foga su Francesco Nori, che interpose il suo corpo tra l’omicida e Lorenzo, sacrificando la sua vita e dando la possibilità a Lorenzo di fuggire.

La vendetta

La scena in cui i Pazzi cercano di convertire Firenze non la voglio neanche commentare per quanto è maligna e mi suscita sdegno.

Finalmente Cavalcanti e Soderini riescono a chiudere le porte del palazzo dei Priori. Francesco vuole sfondare le porte dell’edificio con l’ariete ma di nuovo, in una scena in moviola, poetica, appare Lorenzo che cammina fra la folla.

“Questi uomini sono malvagi. Questi uomini sono degli assassini. Loro hanno tramato per uccidermi, hanno tramato per uccidere me e mio fratello, nel duomo, durante la messa. Non sono crimini commessi contro la mia famiglia. Sono crimini commessi contro Dio!

Mio fratello è morto. Mio fratello è morto.”

Firenze insorge e i congiurati hanno la fine che meritano: l’impiccagione.

“Tu sei un Medici. Io sono un Pazzi. L’amicizia fra di noi era impossibile”

Intanto Jacopo prova a scappare ma Lorenzo lo raggiunge e riesce ad avere la meglio e dopo un colloquio con il criminale, il magnifico decide che è giunta l’ora di Jacopo Pazzi.

Una volta che Lorenzo torna a palazzo Medici, Clarice e Sandro lo fanno tornare in se. Guglielmo e Bianca vengono esiliati, ma il fatto che Aurora Ruffino torni nella 3 stagione fa pensare che prima o poi Lorenzo ci ripenserà.

Sandro torna in laboratorio e dalla tela su cui Giuliano aveva lasciato dei segni indistinti comincia a disegnare la Primavera.

Come andrà a finire? Sicuramente ci sono tanti punti lasciati in sospeso, come la collera del papa e altre questioni che approfondiremo più avanti.

Per adesso vi riporto come andarono storicamente i fatti:

Jacopo de’ Pazzi aveva completamente sbagliato la valutazione della risposta della popolazione fiorentina. Quando si presentò in Piazza della Signoria con un gruppo di compagni a cavallo gridando “Libertà!”, invece di essere acclamato, venne assalito dalla folla in un incontenibile movimento popolare che dal Duomo a tutta la città si accaniva contro i congiurati. Le truppe del papa e delle altre città che attendevano appostate attorno a Firenze, al suono delle campane sciolte si insospettirono e lo stesso Jacopo de’ Pazzi uscì dalla città portando la notizia del fallimento, per cui non fu sferrato nessun attacco. Per i Pazzi e per i loro alleati l’epilogo fu tragico: poche ore dopo l’agguato Francesco de’ Pazzi, rimasto ferito e rifugiatosi a casa sua, e l’arcivescovo di Pisa Francesco Salviati penzolavano impiccati dalle finestre del Palazzo della Signoria. Al grido di “Palle, palle!”, ispirato al blasone dei Medici, i Palleschi scatenarono in città una vera e propria caccia all’uomo, feroce e fulminea. Pochi giorni dopo, anche Jacopo de’ Pazzi e Renato de’ Pazzi, che pure non era coinvolto nella congiura, venivano impiccati; i loro corpi furono gettati nell’Arno. Bernardo Bandini riuscì a fuggire dalla città, arrivando a rifugiarsi a Costantinopoli, ma venne scovato e consegnato a Firenze per essere giustiziato il 29 dicembre 1479. Il suo cadavere impiccato venne ritratto da Leonardo da Vinci. Giovan Battista da Montesecco, sebbene non avesse preso parte all’agguato in Duomo, venne arrestato e, messo sotto tortura, rivelò i particolari della macchinazione, compreso il coinvolgimento del papa, che egli additò come il principale responsabile. Fu decapitato. I due preti assassini vennero catturati pochi giorni dopo e linciati dalla folla: ormai tumefatti e senza orecchie, giunsero al patibolo in Piazza della Signoria e vennero impiccati. Lorenzo non fece niente per mitigare la furia popolare, così fu vendicato senza che le sue mani si macchiassero di colpe. I Pazzi vennero tutti arrestati o esiliati e i loro beni confiscati. Alle condanne seguì la damnatio memoriae: si proibì che il loro nome comparisse sui documenti ufficiali e vennero cancellati dalla città tutti gli stemmi di famiglia, compresi quelli impressi su alcuni fiorini coniati dal loro banco, che furono riconiati.

 

«Quant’è bella giovinezza,
Che si fugge tuttavia!
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza»

Continuate a seguire il blog per leggere la mia teoria su Giuliano De Medici e la terza stagione di questa fiction. Intanto fatemi sapere cosa ne pensate di questa recensione.

Qui Sara Scrive, passo e chiudo!

Leggi anche:

Recensione I Medici 2 – Introduzione all’opera

Recensione I Medici 2 – Puntata 1, 2 e 3

La mia teoria su I Medici 3 – Giuliano De Medici

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Written by

Sara

Artista. Classe 1998. La big delle sette sorelle Greffi.
○ Fondatrice del blog Sara Scrive e manager della @Scrive_Squad
○ Content creator
○ Condivido la mia passione per l'arte e tutto ciò che sembra uscito da un film