TitoloOutlander

AutoriOutlander è una serie televisiva britannicostatunitense creata da Ronald D. Moore tratta dal ciclo di romanzi della scrittrice statunitense Diana Gabaldon

 Anno: 2014

Genere: fantasy, drammatico, sentimentale, in costume

 

Trama: Nel 1945 Claire Randall, un’infermiera della seconda guerra mondiale, ritorna da suo marito Frank dopo la fine dei combattimenti. I due partono per le Highlands scozzesi in occasione della loro “seconda” luna di miele e, durante il soggiorno a Inverness, Claire viene misteriosamente catapultata indietro nel tempo nella Scozia del 1743 grazie ad un cerchio di pietre misteriose, chiamato Craigh na Dun.

Cast:

Nel mio caso non avevo mai sentito parlare di Caitriona, mentre invece Sam Hueghan lo conoscevo da qualche anno (dal 2011) poichè era protagonista al fianco di Katie McGrath del film  in Natale a Castlebury Hall  prodotto sempre da Roger Moore.

Analisi

La narrazione procede, episodio dopo episodio, in maniera lineare e credibile, addentrandosi nella micro e nella macropolitica dell’epoca, immergendo un personaggio strambo come Claire in un intreccio così realistico e ben orchestrato da far dimenticare completamente qualsiasi pregiudizio di genere. Pensando ad ogni avvenimento narrato dalla trama, non riesco a trovare neanche un’incongruenza; proprio a dimostrazione che il lavoro di sceneggiatura che ha trasformato la saga di libri in serie tv è stato veramente ben svolto.

Il finale diciamo che è abbastanza prevedibile, soprattutto quello della seconda e terza stagione, ma nel complesso la storia ti mantiene comunque con il fiato sospeso.

Gli attori sono veramente bravi e secondo me sono anche stati selezionati con cura. Jamie incarna perfettamente il ruolo del tipico scozzese delle Highlands. In particolare, se avete visto la serie tv in lingua originale sentirete che l’attenzione per i dettagli investe anche la recitazione e l’inflessione linguistica di ogni attore.

I protagonisti sono originali anche se l’universo di Outlander è talmente vasto che alcuni personaggi risultano banali o addirittura stereotipati, ma nel complesso, come ho detto prima, la serie tv è fatta benissimo.

Ogni aspetto è curato nei minimi dettagli, a partire dalla sigla che richiama le antiche tradizioni degli scozzesi delle highlands. Non ci sono molti effetti speciali, ma dopotutto più che fantasy è una serie tv in costume, quindi io mi soffermerei di più ad elogiare la bravura dei costumisti ma anche degli scenografi che hanno saputo ricostruire in maniera meticolosa ogni aspetto delle diverse realtà storiche.

Jamie e Claire insieme hanno davvero una bella chimica, qualcosa che ti coinvolge in ogni episodio, senza mai risultare sopra le righe. Anche i rapporti fra gli altri personaggi mi hanno emozionato, soprattutto quello fra Claire e i suoi pazienti/nuovi amici.

Outlander ha la sagacità di saper raccontare una storia forte e vibrante, che si intreccia episodio dopo episodio e, quello che è accaduto nella stagione 3, non ha fatto altro che confermare le caratteristiche vincenti delle annate precedenti. Il suo punto di forza è saper tratteggiare una storia d’amore unica nel suo genere, un amore che vince sulle avversità, che lotta contro le stesse leggi del tempo e che si ritrova, alla fine, ancora più irruento di prima. E quel sentimento che è nato fra Claire – femminista dai sani principi – e Jamie – uomo sexy e dai mille talenti – quest’anno ha vacillato pericolosamente, più volte è stato messo in dubbio dagli eventi e dal potere del tempo, eppure rimaneva una costante all’interno della narrazione, un espediente che ha permesso al plot di spaziare su più fronti senza però perdere il suo punto di vista principale. 

Essendo un’appassionata di storia, ma anche una romanticona – lo confesso-, trovo che questa serie tv sia unica, per il semplice fatto che è completa: parla di tutto, dall’amore alla guerra, dalla politica alla storia, dalla geografia alla scienza… insomma ci sono tutti gli aspetti della vita, tutti affrontati in maniera equilibrata che rendono Outlander una delle serie più realistiche – e di conseguenza  più coinvolgenti – che io abbia mai visto.

Un’altra cosa che mi ha molto colpito di questa serie è stata la sceneggiatura e le scelte registiche, ovvero il fatto che oltre a raccontare accuratamente una storia, anche la narrazione ha presentato elementi originali. Infatti la terza stagione è stata densa di avvenimenti, forse ancora di più rispetto alla precedente, dato che la linea narrativa è stata costruita come un grande puzzle di eventi incastonati in una cornice in continuo movimento.

Questa serie tv  mi ha fatto ridere, piangere, emozionare a 360 gradi e ve la consiglio vivamente!

Qui Sara Scrive, passo e chiudo!

 

 

Written by

Sara

Artista. Classe 1998. La big delle sette sorelle Greffi.
○ Fondatrice del blog Sara Scrive e manager della @Scrive_Squad
○ Content creator
○ Condivido la mia passione per l'arte e tutto ciò che sembra uscito da un film