Il libro di cui parlerò, intitolato Sport e scienze sociali (edito da Rogas edizioni), è un testo con scopo didattico, scritto da professori, ricercatori nel campo della sociologia e sociologia dello sport.

Il libro

A cura di Luca Bifulco ( Professore di Sociologia e sociologia dello sport presso il dipartimento di scienze sociali della Federico II) e Mario Tirino ( assegnista di ricerca presso l’Università degli studi di Salerno), con il contributo di vari autori come Noemi Crescentini, (sociologa presso il dipartimento di scienze sociali della Federico II) e altri professori, sociologi e ricercatori delle università italiane, questo libro, suddiviso in 16 capitoli, affronta la tematica dello sport rapportandolo a tantissimi campi della società: politica, turismo, social media, tecnologia, web, concetti di celebrità, tifo, divismo, identità nazionale, Unione Europea, politica estera, comunicazione mediatica, immigrazione, economia. Insomma, è davvero un bel tour sportivo da leggere per comprendere lo sport in tutte le sue sfaccettature, con un sguardo attento nei confronti dell’ambito delle scienze sociali.

I capitoli di Sport e scienze sociali sono tutti estremamente affascinanti. Chiaramente, alcuni di essi hanno rapito la mia attenzione più di altri, di sicuro per l’estrema connessione con i temi di attualità.

Tifoso, spettatore, consumatore, eSport, eroe/brand, turismo sportivo

Il professore Bifulco delinea le figure del tifoso super appassionato in ambito sportivo, in particolare di calcio, e anche del semplice spettatore. Entrambi, ovviamente, dei consumatori della stessa passione che, viene seguita per amore di una squadra e di un atleta, ma al contempo presuppone un consumo dal punto di vista di gadget, di match, seguiti sia sul luogo (stadio) sia su piattaforme digitali. Vengono quindi analizzate le emozioni che portano una persona, un seguace di sport, a seguire i suoi beniamini, in cui ci si riconosce e ci si identifica, creando una connessione che seppur non si verificherà mai realmente, tiene stretti alle proprie passioni, emozioni, agli eroi-calciatori della nostra squadra del cuore.
Lo sport è quindi visto non solo come il mondo in cui ritrovarsi ed identificarsi per seguire i propri interessi sportivi, condividere un’emozione, ma anche come una nuova modalità di consumo poiché ogni volta che si segue un evento, sia esso di relativa o assoluta importanza, vi è attorno un forte consumo economico, di diversa natura, che abbraccia ogni tifoso, spettatore, appassionato.
I media, in questo senso, hanno generato una modalità ancora più veloce di consumo dello sport, sia attraverso articoli di piattaforme online, siti web e merchandising online sia attraverso i social network. Ovviamente il tutto va di pari passo, costantemente, con il consumo presso lo stadio con l’acquisto di un biglietto o semplicemente con l’acquisto di maglie e cappelli della squadra seguita o del calciatore seguito presso un negozio di accessori e abbigliamento sportivi.
In base alla modalità con cui si seguono gli eventi, si definisce il tipo di consumo: un grande tifoso tenderà a spendere di più per sentirsi vicino all’evento seguito mentre il semplice spettatore-appassionato ne farà a meno.

Emiliano Chirchiano ci parla degli eSport, la fusione tra sport e materiale audiovisivo e tecnologico ( videogame), la nuova frontiera delle discipline sportive, al centro di un dibattito costante: possono gli eSport essere considerati vere e proprie discipline sportive? Alcuni affermano di si, altri sono contrari. Perché?
Semplicemente perché secondo molti sociologi e studiosi dell’argomento si tratta di discipline che non coinvolgono appieno il corpo e lo sforzo fisico. Tutto ciò che è ritenuto sport richiede sforzo ed attività fisica. Ma secondo molti, a difesa dell’argomento, un eSport prevede l’uso di occhio e mano. Il corpo è quindi in parte coinvolto. Ma allora perché è così difficile pensare che possano entrare a far parte, per esempio, delle Olimpiadi?
Sicuramente perché la strada per ritenerli al pari di altri sport è ancora lunga nonostante essi siano sempre più protagonisti del mondo dei social, del web e dei tornei nazionali ed internazionali ed abbiano tantissimi giocatori in gamba che li rappresentano. Ma d’altronde, non avendo un organo rappresentativo, un’istituzione sportiva ( come la Fifa) e dunque un forte riconoscimento sociale e sportivo, essi restano, per ora, nell’ombra, ma la strada verso il successo sembra realizzarsi poco per volta.

Un atleta può essere il nostro eroe e il nostro più grande amico, un grande amore, un sogno, una speranza, la persona in cui ci riconosciamo, per cui facciamo il tifo, per cui ci emozioniamo. Oggi, è anche un brand, e da qualche anno a questa parte, soprattutto grazie ai social network, la maggior parte dei protagonisti del calcio, è diventata brand, promotore di se stessa, e promuove moltissimi marchi per le azienze, divenendo un canale per il marketing e la pubblicità, la fruizione di prodotti ed il consumo di essi.

Gli utenti del web, connessi quotidianamente con i propri beniamini, sanno quanto questo sia vero. A livello italiano, citando un giocatore della Juventus, possiamo parlare di Cristiano Ronaldo che, oltre a condividere contenuti in riferimento ai suoi allenamenti o parti di vita privata, sponsorizza anche marche, prodotti, campagne, ed il suo stesso brand, promuovendo se stesso.

Questo ci porta a capire quanto sia veloce e dinamico, utile e ormai dominante il mondo online. È capace di abbracciare tantissime persone, in poco tempo e con costi ridotti, e grazie a personalità influenti, riesce a dar vita ad un vero e proprio ingrosso di vendite, scambi, sponsorizzazioni, pubblicità, a creare un circuito economico in pochi click ed istanti.
I promotori di queste pubblicità, calciatori, atleti in generale, diventano così influencer, dal momento che influenzano le scelte di ogni follower e possibile consumatore.

Anche il turismo sportivo è un argomento molto discusso ed affascinante. Riguarda in generale la passione che spinge un tifoso a raggiungere il proprio stadio, la propria squadra del cuore e i propri beniamini per puro interesse ed amore.
E così, ogni volta che c’è la partita di campionato/ Coppa Italia/ Europa League/ Derby del cuore, ecco che ogni tifoso di ogni città o paese muove passi, anima e testa per andare a vedere la partita ( di calcio o di qualsiasi disciplina sportiva).
Tutto questo avviene sia per il tifoso che non perde alcuna occasione per mostrarsi protagonista della propria passione sia per il semplice spettatore, magari meno presente ma con la stessa voglia di partecipare. Questi fattori determinano il turismo a livello sportivo, lo spostarsi da un luogo all’altro per seguire lo sport del cuore. Avviene lo stesso fenomeno anche solo per andare in uno stadio che contiene la storia della propria squadra, come cimeli, foto, bandiere, trofei, medaglie o semplici luoghi o bar come quello della Garbatella, al cui interno vi sono fotografie, autografi e premi, sciarpe dei giocatori che hanno fatto la storia dell’As Roma.

 

Perché leggerlo

Tracciando alcuni degli argomenti di questo libro, ne consegue un’analisi davvero piacevole del fenomeno sportivo, connesso alle tematiche sociali, alla passione per lo sport e alla sua influenza sulla società. Leggendo questo libro, saranno chiare molte dinamiche sportive, sociali, culturali, politiche e si avrà modo di apprendere tanto sullo sport in chiave mediatica, economica, istituzionale, religiosa. Davvero consigliato per chi vuole conoscere e apprendere di più sull’argomento.

Written by

Teresa

Teresa, 25 anni, napoletana, una laurea triennale in beni culturali, attualmente studentessa magistrale di sociologia con indirizzo in Comunicazione. Amo le parole, mi piace leggere e scrivere da sempre. Editoria, fotogiornalismo, poesia, arte contemporanea, musica sono altre delle mie passioni e non è tutto. Credo che un articolo come un libro o una canzone possano davvero cambiare le cose. Vivo anche di film e serie tv e amo le cose semplici quanto quelle difficili.