Ciao a tutti e a tutte! L’idea dell’articolo nasce dalla mia esperienza qui sul blog: scrivere per qualcuno vuol dire sempre rimettersi al giudizio di quella stessa persona come a quello di molti altri che leggono ciò che scrivi. Questa prospettiva inizialmente mi spaventava un po’ ma la voglia di mettersi in gioco è stata più forte e ora sono qui a scrivere già da qualche mese. Scrivendo mi esprimo, vi racconto le mie passioni e magari vi faccio anche conoscere nuove cose. Quest’oggi vorrei spiegarvi come funziona -almeno per me- il processo decisionale. Prima di iniziare ci tengo a specificare che ognuna delle fasi che vi presenterò può durare da qualche secondo fino a qualche giorno, dipende dalle decisioni da prendere. Per facilitare le cose, ho voluto associare ad ogni fase una parte del processo che compie un tuffatore prima e durante il tuffo. Ok, adesso iniziamo!

Fase 1: l’indecisione

L’indecisione è il vero punto di partenza: anche se dura qualche millisecondo perché magari siamo tipi avventurosi che si buttano su qualunque treno, c’è sempre. C’è sempre quel momento in cui siamo indecisi sul da farsi, quel momento in cui ci sembra troppo alta la montagna per decidere di provare a scalarla. L’indecisione è una brutta cosa perché stare nel limbo non è mai una situazione piacevole: è vero, se cadiamo dalla parte “dell’inferno” sarà ancora peggio ma almeno non potremo mai dire a noi stessi “chissà come sarebbe andata se almeno ci avessi provato”.

Questa prima fase potrebbe essere paragonata alla fase preparatoria di un tuffo, quando l’atleta sale sul trampolino/sulla piattaforma e comincia a prepararsi, si asciuga e butta giù il piccolo asciugamano che i tuffatori sono soliti portare su prima di tuffarsi.

Fase 2: lo faccio, lo faccio, e se poi…

Questa fase segue la precedente pur essendo strettamente collegata; ad ogni modo ho voluto distinguerle perché, se fino alla precedente fase eravamo ancora in situazione di stallo del tipo “ lo faccio o non lo faccio?”, “sì o no?”, in questa fase siamo quasi convinti di portare a compimento la decisione ma un tarlo ci si insinua nella testa. La fase 2 è la fase dei “se” e dei “ma” con cui, vi ricordo, la storia non si fa. Quindi se rimarrete sempre in questa fase non riuscirete a scrivere nessuna storia, né bella né brutta, né di successo personale né di insuccesso. Vi basterà una piccola spinta e sarete già nella fase tre, chiudete gli occhi e buttatevi, ci vediamo al prossimo step!

Questa seconda fase potrebbe essere paragonata al momento in cui il tuffatore aggancia i piedi alla piattaforma/al trampolino e guarda giù, verso l’acqua per cercare di avere un riferimento per il proprio tuffo.

Fase 3: ci sono dentro, e adesso?

Questa forse è la fase più soddisfacente di tutte perché fino a quando siamo indecisi non andiamo da nessuna parte e finiamo semplicemente per costruire castelli in aria o per farci film mentali che non servono a nessuno, men che meno a noi. Questa invece è la fase in cui davvero si prende coscienza della portata della decisione operata: è chiaro che sto parlando di decisioni importanti almeno in parte e non della semplice decisione di portare il cane a passeggio. Per fare un esempio, quando ho iniziato a scrivere qui sul blog ero davvero emozionatissima e anche un po’ tesa perché vedere i propri articoli pubblicati carica sia di entusiasmo che di responsabilità.

La terza fase è la più facile da associare, è il momento in cui il tuffatore riemerge dall’acqua dopo essersi tuffato e vede i voti che gli sono stati assegnati dai giurati.

Un aiuto per i timidi

Voglio concludere questo articolo dando un consiglio ai timidi. Credetemi, da piccola ero timidissima e lo sono ancora un po’ ma negli anni ho imparato a sfidare me stessa: non abbiate mai paura di mettervi in discussione, se la testa vi dice di andare a destra voi andate a sinistra e cercate di combattere passo dopo passo la vostra timidezza. Non provate a fare tutto e subito perché non funziona ma provate a fare un piccolo passo, controllate i risultati e se sono soddisfacenti continuate sulla stessa strada, sempre poco alla volta e senza mai esagerare perché la timidezza si vince a piccoli passi e con grande costanza.

E ricordate: se avete un sogno lottate, lottate fino a quando potete perché la timidezza non è un valido motivo per mettere tutto in un angolo. E, citando Sara, fighting! ⭐

Cosa ne pensate? Siete paurosi o vi buttate su qualunque treno che passa? Come funziona il vostro processo decisionale?

Ilaria

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Ilaria

Sono una studentessa universitaria appassionata di teatro e di recitazione in generale ma anche di tennis.