Kent Haruf è diventato uno dei miei scrittori preferiti. Con Canto della pianura mi ha introdotta in una città che mai avrei voluto lasciare, nemmeno terminati gli altri romanzi che ha scritto.

Titolo: Canto della pianura
Anno: 1999
Casa Editrice: NNEditore
Genere: Narrativa letteraria

Traduttore: Fabio Cremonesi
Target Consigliato: YA e NA
Lunghezza: 304 pagine
Punto di vista: Narratore esterno
Valutazione: ★ ★ ★ ★ ★

Autore: Kent Haruf

Kent Haru è stato uno scrittore statunitense. Nel corso della sua vita ha svolto numerosi lavori che gli hanno permesso di ampliare le conoscenze e di diffonderle nei suoi scritti. Ogni romanzo scritto da Haruf è ambientato a Holt, una cittadina inventata ma che ricalca molto le città in cui ha vissuto durante l’intera vita.
Haruf è nato nel 1943 in Colorado e qui muore nel 2014 a causa di una malattia. I suoi romanzi sono stati pubblicati in Italia dalla casa editrice NNeditore e tradotti da Fabio Cremonesi. Canto della pianura, per scelta della casa editrice, è stato il secondo romanzo della trilogia ad essere pubblicato, nonostante sia stato il primo ad essere scritto. Per tale motivo si dice che la Trilogia della pianura è una trilogia sciolta.

Trama

La storia si sviluppa intorno alle vite di diversi personaggi concittadini e abitanti di Holt. Victoria, una di questi, è incinta e viene cacciata di casa dalla madre. In preda alla disperazione chiederà aiuto a Maggie Jones, la quale la affiderà ai burberi fratelli. In loro aiuto viene anche Tom Guthrie, il personaggio col quale il romanzo inizia.

Commento

La scrittura straordinaria di Haruf permette di entrare per davvero ad Holt. I suoi dialoghi sono speciali e diversi da tutti gli altri: essi non hanno punteggiatura, il che fa capire al lettore che lo scrittore ha voluto, con questo espediente, portare lo spettatore dentro la storia, farlo vivere a Holt e fargli provare emozioni, rabbia, confusione e tanto altro ancora.
Ero in cerca di un libro ambientato nella provincia americana e che mi facesse percepire quella malinconia che persevera anche in Steinbeck. Quel libro? Eccolo qui. Da uno, sono arrivata a leggerne ben sei. Quella malinconia, quel senso di nostalgia… in questo romanzo sono presenti, ed è anche questo che ho apprezzato.

Conclusione

Consiglio questo libro a tutti, perché a parer mio dovrebbe essere letto da chiunque. Non ha limiti e, soprattutto, è speciale e ci trasporta in luogo altrettanto speciale e meraviglioso. Haruf sa raccontare per davvero e merita di essere letto.

Voi lo avete letto? Se sì, cosa ne pensate?

Scrivetemelo nei commenti!

Joan