Dall’inizio della quarantena, tra lezioni online, un trasferimento e vari manicaretti cucinati, c’è un passatempo a cui non ho mai rinunciato: la lettura. Dal 9 marzo ad oggi, ho iniziato e finito nove libri. Ovviamente, non pretendo di citarveli tutti; nell’articolo di oggi, vi parlerò dei 3 libri migliori letti durante la quarantena.

A. Cilento, Non leggerai (2019)

Immaginate un’Italia post apocalittica in cui vige un comandamento ben chiaro: Vietato leggere. A scuola si va avanti tra presentazioni e video, nel mondo del lavoro si premia l’ignoranza e si incoraggia lo spionaggio anche tra i giovanissimi, per individuare i “dissidenti”. In questo contesto, in una Napoli bella e riconoscibile, Help e Fahrenheit diventano amiche. La prima si arrampica sui muri invece di entrare dalla porta di casa, mentre la seconda è figlia di una ex psicologa che passa la giornata a lamentarsi, senza curarsi della figlia. Dopo aver rubato una macchina, le due scoprono un tesoro nascosto e altamente illegale: una bara piena di libri. Incuriosite da quegli oggetti proibiti, le due amiche iniziano a leggere, creando una catena di eventi e la nascita di nuovi amori tra classici e azioni fuorilegge. Un libro divertente, ma attualissimo, una critica non troppo velata a una società che non legge più, arricchito da sprazzi di dialetto napoletano che danno una nota di colore.

D. Starnone, Confidenza (2019)

Pietro e Teresa vivono un amore appassionato e a tratti tossico che, poco prima della sua fine, viene rinnovato da una promessa: si raccontano l’un l’altro la cosa di cui si vergognano di più, in modo da essere legati per sempre. Poco dopo, la vita di Pietro cambia e si evolve; conosce una donna gentile, mette su famiglia e diventa uno scrittore abbastanza conosciuto. Ogni volta in cui gli sembra di alzare rispetto al suo passato, Teresa torna nella sua vita e Pietro fa mille passi indietro. Si crea così un clima di tensione continua, anni e anni in cui Pietro vivrà in bilico tra due vite ben distinte: la nuova, più dignitosa, che si è creato, e quella vecchia, in cui ancora si rispecchia, con la paura costante che la sua bassezza più grande venga smascherata. Un libro molto curato, dalla penna di una delle possibili identità di Elena Ferrante.

E. Buchan, Il Museo delle promesse infrante (2020)

A Parigi, in una delle zone meno chic della capitale francese, esiste un museo del tutto atipico, in cui al posto di quadri e sculture, si possono trovare biglietti del treno, un vecchio velo da sposa e persino un dente da latte. Non si tratta di oggetti casuali: sono le promesse infrante che danno il nome al museo di Laure, la sua curatrice. La donna ha un passato di cui non ama parlare, una storia di quasi trent’anni prima nella Praga comunista degli anni Ottanta. Il continuo silenzio di Laure viene infranto dall’arrivo di May, giornalista giovanissima e fin troppo curiosa, disposta a tutto pur di scoprire cosa fosse successo di tanto tragico per rendere Laure così spaventata dalla vita. Un libro inaspettatamente bello e profondo, che approfondisce una pagina di storia molto poco conosciuta, basandosi su una promessa molto semplice: quanto male può fare una promessa infranta?