Il genere western è passato di moda? Ormai non siamo più negli anni 40′, 50′ e 60′, quando il western era ritenuto il genere cinematografico per eccellenza e venivano sfornati continuamente capolavori come C’era una volta il West, Mezzogiorno di fuoco e Per un pugno di dollari. Poi dagli anni 70′ in poi ci fu un lento declino di questo genere, a parte qualche rara eccezione come Balla coi Lupi (grandissimo capolavoro che fu anche il primo western a vincere l’Oscar come miglior film dal 1931.). Quindi oggi il genere western è morto? Assolutamente no. Anzi, negli ultimi anni si stanno rivalutando i film western o meglio ‘rinnovando’. All’epoca di John Ford, John Wayne e tanti altri, i western erano fatti di uomini che sfidavano i pericoli della natura e altre fazioni per trovare il loro pezzo di terra in cui costruire una casa e prosperare per il resto della propria vita. Ma oggi queste tematiche rischiano di non funzionare più. I nativi americani visti solamente come nemici da sterminare, le donne come figure da salvare poiché incapaci di difendersi da sole e gli scontri fra pistoleri per strada sono solo alcuni dei tanti cliché che venivano frequentemente usati e che nel 2019 risulterebbero fuori luogo. Il genere western, infatti, è molto più di questo ed è importante capirlo. Per fortuna negli ultimi anni stanno venendo fuori pellicole molto interessanti.

In questo articolo vi illustrerò in particolare due film recenti e poco conosciuti che dimostrano in tutto e per tutto che il genere western non è passato di moda ma anzi ha ancora tantissimo da offrire. Non parlerò di film come The Hateful Eight o Django Unchained perché sono già conosciuti a molti, ma vorrei consigliarvi due pellicole a mio parere snobbate ingiustamente dalla critica e dal pubblico per chissà quale oscuro motivo.

HOSTILES

Il primo film di cui vi voglio parlare è Hostiles, film del 2018 diretto da Scott Cooper e con interpreti principali Christian Bale, Rosamund Pike e Wes Studi. 

Il capitano Joe Blocker è alla soglia della pensione quando, su richiesta del presidente degli Stati Uniti, gli viene ordinato di condurre fino al Montana il capo Cheyenne Falco Giallo e la sua famiglia. Peccato che Joe abbia combattuto contro gli indiani fino a quel momento e abbia visto morire molti amici e colleghi proprio per mano di Falco Giallo. Al gruppo si unirà anche Rosalie, una donna che ha visto trucidare la propria famiglia da una banda di indiani.

Cooper ha diretto questo film offrendo al pubblico esattamente quello che ci si aspettava da un racconto inserito all’interno dei canoni narrativi dei vecchi film western, ma rivoluzionandolo allo stesso tempo. I nativi, ad esempio, non saranno più visti esclusivamente come figure negative, ma il film punterà a argomenti come l’integrazione e le ingiustizie subite proprio da questi ultimi. C’è anche un deciso ricollocamento della figura femminile all’interno della trama. Rosalie non è la classica donna che ha bisogno di essere salvata, anzi sa benissimo difendersi da sola e in molti momenti sarà di supporto proprio al capitano stesso. Inoltre, proprio lei con la sua delicatezza farà da tramite fra il capitano e il capo Cheyenne. Alla fine del viaggio tutti i personaggi si troveranno cambiati e più uniti che mai, proprio grazie alle avversità e alle disgrazie che capiteranno loro durante il cammino e che li spingeranno ad aiutarsi e sostenersi fra loro per poter sopravvivere.

Menzione speciale per la fotografia e le musiche. Il paesaggio è il protagonista del film e ci lascerà estasiati quasi ad ogni frame, un ambiente avverso e ostile proprio come i personaggi. Le musiche di Max Richter sono usate in pochi momenti ma le melodie rimangono impresse nello spettatore anche dopo la fine del film.

Nonostante il film duri più di due ore, la storia scorre molto velocemente e alla fine volevo vederne di più e mi è quasi dispiaciuto che finisse. Il finale poi è POESIA. Preparate i fazzoletti, non c’è altro da dire.

Inutile dire che Hostiles è entrato a far parte dei miei film preferiti e ve lo consiglio con tutto il cuore perché fa riflettere molto e dopo la visione vi sentirete un po’ cambiati anche voi, proprio come i protagonisti.

 

BRIMSTONE

Brimstone è un film del 2016 scritto e diretto da Martin Koolhoven, con protagonisti Dakota Fanning, Guy Pearce, Kit Harington e Carice van Houten. La pellicola è stata presentata in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia ottenendo ottime critiche.

La storia racconta di Liz, una ragazza muta che vive con la figlia piccola, il marito (che l’ha sposata in seconde nozze) e il figlio di lui. La vita tranquilla della donna però, cambia improvvisamente con l’arrivo in città del nuovo reverendo, a cui Liz è legata da un tragico e tormentato passato. La trama è divisa in quattro capitoli organizzati non cronologicamente (Apocalisse, Esodo, Genesi e Castigo) che raccontano la storia della donna in diversi momenti della sua vita.

Brimstone è un western a tinte drammatiche che racconta una storia di violenze e soprusi a scapito delle figure femminili, legati soprattutto al fanatismo religioso. Infatti il villain altro non è che il reverendo (interpretato magnificamente da Guy Pearce). Un cattivo che riesce a incutere timore anche solo con sguardi freddi e distaccati, quasi disumani, mostrando la forte misoginia di cui era imbevuto quel mondo religioso all’epoca.

L’azione è caratterizzata da brevi momenti ma molto intensi e assolutamente necessari alla trama. Gli attori fanno tutti un ottimo lavoro, soprattutto Dakota Fanning, bravissima a interpretare la protagonista muta e il già citato Guy Pearce.

L’epilogo però non lascia spazio alla speranza come in Hostiles, ma ci lascerà un vuoto e una tristezza incolmabile che ci farà purtroppo riflettere sulle orribili condizioni della donna a quei tempi.

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Noemi

Ciao a tutti! Sono Noemi, una ragazza di 23 anni.
Amo gli animali, viaggiare e scoprire nuove culture ma le mie due più grandi passioni sono il cinema e la letteratura e sono felice di far parte della Scrive Squad e di parlare di quello che amo di più.