Il manga di Toriyama ha appena compiuto 35 anni e bisogna dire che non sente il peso dell’età. Dalle prime tavole a fumetti alle ultime puntate dell’anime, la fama di Dragon Ball non accenna a diminuire.

Dal 20 novembre 1984 è passato un sacco di tempo! Io ero già nato, avevo due anni e facevo ancora la cacca nel pannolino. E di certo, a quei tempi, il grande Akira Toriyama non immaginava che una delle sue creature, Dragon Ball, sarebbe diventata uno dei fumetti più famosi di sempre. Non dico manga, dico proprio fumetti in generale, eh! Storia dopo storia, battaglia dopo battaglia, fusione dopo fusione, puntata dopo puntata.

Lo confesso, non sono il fan numero uno delle avventure di Goku e compagni. Sono sempre stato un Marvel boy (passatemi il termine) e stravedevo soprattutto per Spider-Man. Ho letto qualcosa della DC e sono impazzito solo per alcuni titoli italiani (John Doe e Dylan Dog). In tutta sincerità posso dire di aver amato pochissimi manga (come questi, ad esempio). E Dragon Ball non rientra in questa cerchia ristretta, per il semplice fatto che avevo altro da leggere e mi sono affezionato all’anime solo più avanti. Oddio, affezionato è una parola grossa perchè, indovinate un po’, non posso dire che quello di DB sia il mio cartone preferito in assoluto.

E scrivi su Saiyan & C., sei pazzo?

No, mi annoio. No, mi ha costretto Vegeta. Scherzi a parte, mi sentivo in dovere di omaggiare una colonna portante dei fumetti, non solo giapponesi. Con quel mondo ipertecnologico così diverso da quello “vero”, dal nostro. Con quegli esseri così diversi da me e da te ma che per certi aspetti ci assomigliano molto, nel bene ma anche nel male. Che dire poi delle arti marziali? Che nel giro di non molto sono diventate onde energetiche, Kayoken, trasformazioni e fusioni, Ultra Istinto e solo Shenron sa che altro in futuro.

Si tratta di un prodotto partito dalla carta stampata che, grazie all’originalità dei cicli narrativi e ad una buona dose di azione, è riuscito ad invadere il piccolo schermo con un anime che non finirà mai (si spera) per poi espandersi in ogni direzione. Perchè, ovviamente, nel corso dei decenni sono nati tanti ma tanti videogiochi, sono state create una moltitudine di action figures ed è stata messa in commercio una quantità oscena di gadget a tema.

Giù il cappello, quindi, perchè può piacere o meno ma una cosa è certa…

In quanto fenomeno mondiale a tutto tondo Doragon Bōru merita rispetto.