Come al solito la serie tv The Crown si conferma  uno dei migliori prodotti Netflix. La quarta stagione ricopre un arco temporale che inizia col primo incontro tra Carlo e Lady Diana Spencer nel 1977 fino al 1990, anno delle dimissioni di Margaret Thatcher, prima donna a ricoprire la carica di primo ministro nella storia del Regno Unito.

Analisi di una favola vuota

10 episodi pieni di interpretazioni potenti e una sontuosa messa in scena rendono la quarta stagione la migliore di una serie tv di prima scelta. In The Crown 4 il senso di vuoto che aleggia intorno alla famiglia reale raggiunge il culmine: lo spettatore è portato sin dalle prime puntate ad un progressivo distacco emotivo nei confronti dei protagonisti – in questo caso la famiglia Reale inglese –  per la loro mancanza di sensibilità. Personalmente, amavo il personaggio della regina durante gli esordi del suo regno. Facevo continuamente il tifo per lei e riuscivo a mettermi nei suoi panni. Invece, col passare delle stagioni, mi sono ritrovata a provare disgusto per la freddezza con cui si relaziona con ciò che la circonda. Anzi, in particolare per la superficialità mostrata nelle scene in cui la sovrana riflette su se stessa e si mette in discussione.

Grazie ad una sceneggiatura attenta e con un buon ritmo, veniamo catapultati all’interno delle dinamiche di Buckingham Palace e vediamo amori non corrisposti, amori bloccati, mancanza di contatto fisico, vite spezzate, vite nascoste. Addirittura l’introduzione della principessa Diana evidenzia ancora di più l’incubo di quella che dovrebbe sembrare una favola.
Peter Morgan, ideatore della serie, ci offre la possibilità di provare quello che dovrebbero provare i personaggi e incantarci rimanendo col fiato sospeso nonostante sia una serie che sicuramente non possiamo definire Spoiler. Questa è la chiave di tutta la serie. The Crown funziona proprio perchè riesce a instaurare un rapporto di empatia tra lo spettatore e ciò che accade proprio perchè ci mostra personaggi incapaci di sentire emozioni. Un senso di vuoto che il pubblico è chiamato a colmare. Nella quarta stagione questo concetto è ancora più evidente perchè ci identifichiamo con Diana Spencer, un’estranea che come noi vuole credere nel mondo dei sogni, ma poi si trova nella classica gabbia dorata con l’aggiunta dell’amante del marito e della freddezza della suocera.

Questa stagione si incentra sulla nuova generazione di reali pronti ad amare, ma non ad amarsi: costretti a subire e a crearsi realtà alternative per sopportare l’insopportabile. 1

La Lady di ferro

A rendere grande questa stagione contribuisce la presenza della terza matriarca di The Crown 4. Magistralmente interpretata da una Gillian Anderson, questo personaggio cattura la scena così come ha conquistato il suo posto nella Storia contemporanea. Prima impegnata nella lotta con l’IRA, poi leader nella guerra delle Isole Falkland. Ogni decisione nella sua carriera ha suscitato il rispetto e il dubbio della regina, finendo per alimentare i gossip che le hanno sempre dipinte come due nemiche e facce della stessa medaglia.

Ho apprezzato molto questo personaggio perchè oltre ad immedesimarmi in lei, ho anche provato una profonda ammirazione e stima. Una donna forte ma allo stesso tempo sensibile e fragile. Che si mette in discussione e che combatte per affermarsi e per dimostrare di avere le abilità per guidare il paese.

Una quarta stagione completamente donna

The Crown ci mostra il potere della monarchia, il potere politico e il potere del pubblico. Voi cosa ne pensate?

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Written by

Sara

Artista. Classe 1998. La big delle sette sorelle Greffi.
○ Fondatrice del blog Sara Scrive e manager della @Scrive_Squad
○ Content creator
○ Condivido la mia passione per l'arte e tutto ciò che sembra uscito da un film