Sharp Objects è tratta dal romanzo omonimo di Gillian Flynn, prodotta e distribuita da HBO in America e su Sky Atlantic in Italia. Grande protagonista di questa serie tv è Amy Adams con tutta la sua sconvolgente bravura. Una delle particolarità di questo show è che non c’è solo una protagonista femminile, ma ce ne sono ben tre di differenti generazioni: la figlia Camille Preacker (interpretata da Amy Adams), la madre Adora Crellin (interpretata da Patricia Clarkson) e la sorellastra Amma Crellin (interpretata da Eliza Scanlen).

Sharp Objects: le donne protagoniste

Questo è uno dei valori aggiuntivi che ha questo show, in quanto mostra come con il passare delle generazioni e del tempo le cose possano cambiare, ma che comunque rimarrà sempre una parte di noi, seppur piccola, legata a quel passato da cui si cerca di fuggire. Perché fondamentalmente, detta proprio fuori dai denti, questo è quello che scoprirà poi la protagonista alla fine di questa serie.

Una menzione d’onore va fatta alla fotografia. Ci hanno regalato dei piccoli scatti d’oro, che ci hanno permesso di apprezzare ancora di più l’atmosfera da thriller-psicologico che si insatura con il passare delle puntate. Sharp Objects è uno di quegli show che è curato nei minimi particolari estetici, infatti, anche le musiche sono perfette per ogni scena.

C’è un difetto però.

Ci sono alcuni buchi narrativi abbastanza consistenti. Si riesce a guardare la serie lo stesso eh, non che non si capisca il nesso o la conclusione, ma diciamo che in alcuni punti ci sono delle ombre che coprono parte della storia. Se ci fosse stato il giusto approfondimento, forse si sarebbe capito di più il filo logico dello svolgimento della storia, lo scorrere di quella che è l’evoluzione di una malattia quale quella aleggia come un fantasma per tutta la serie. Nonostante questo però, Sharp Objects rimane uno show di grande spessore, sia per la bellezza che ci mostra (e non parlo solo di Amy Adams) ma anche per la delicatezza e la freddezza con cui affronta il tema thriller che ne sta alla base.

Altra caratteristica di questo show è che è una mini-serie. Questo vuol dire che ha un numero limitato di episodi (nella fattispecie ne ha 8) e non ha un seguito, quindi non è prevista una seconda stagione. Le mini-serie in genere sono auto-conclusive, fatte apposta per iniziare e concludere una serie nel giro di pochi episodi. Per dovere di cronaca vi avviso che ci sono alcune scene molto crude, non penso si possa classificare come splatter, però se siete sensibili, ecco, forse potreste avere dei problemi a riguardo.

 

 

Uno sguardo un po’ più approfondito su Sharp Objects

Vi avviso, qui possono cominciare gli spoiler.

Comunque, parliamo delle protagoniste. Camille, Adora e Amma sono tre donne che all’apparenza hanno una forza tutta loro, che cercano di stare in piedi da sole e di avere la propria autonomia. Non sanno però quanto loro siano legate e connesse. L’atmosfera cupa e ombrosa delle prime puntate maschera molto questo aspetto, che diventa palese solo verso la fine. Assume infatti i tratti di un thriller psicologico appena si fa sempre più presente quella malattia che nominavo prima.

Sharp Objects ha uno svolgimento lento ma scorrevole, proprio come l’insorgere di una malattia. Sarà la mente di queste donne il soggetto principale delle ultime puntate.

Sharp Objects: le donne protagoniste

Sarà proprio questo il filo conduttore di tutta la serie. Penso che sia fantastico come la scrittura abbia incantato e spostato l’attenzione dello spettatore su altro, facendoci perdere di vista la possibilità che la soluzione dell’enigma era proprio davanti ai nostri occhi fin dall’inizio. Quello che sconcerta di più il pubblico è che manca la consapevolezza di quello che sta realmente accadendo. E la cosa ancora più bella, è che nemmeno i protagonisti della storia lo sanno. La scrittura è curata a tal punto da creare una sorta di caos fittizio, di ombre messe a regola d’arte, per confondere la scena e chi la guarda.

La serie sembra apparentemente finita con la penultima puntata. Sembra quasi un onore a un’altra serie tv, American Horror Story, che ha l’abitudine di far concludere con il botto con la penultima puntata lasciando il finale più blando. In questo caso, non ci sono scene col botto, cose troppo esagerate. Tutte le scelte sono calate all’interno del contesto e sono coerenti con tutto lo svolgimento della storia. La cosa bella, è che non si sa mai quando puoi trovare un plot twist… Alcune volte sono proprio dietro l’angolo (come in questo caso).

Sharp Objects: Adora e Amma

Sharp Objects: Camille

 

 

Il (gran) finale

Hanno fatto un finale lento, che lascia il tempo allo spettatore di digerire parte della storia, di farlo adagiare sugli allori. Quando si guarda l’ultima puntata si pensa di essere arrivati alla fine della storia, di poter dormire poi sonni tranquilli perché tutto è finito per il verso giusto… poi arrivano gli ultimi minuti dell’ultima puntata.

Sharp Objects: il finale

Sharp Objects: il finale

Questa scelta è stata fatta in modo tale da rendere in modo perfetto l’effetto sorpresa, proprio perché inaspettato come l’intera storia, proprio perché arriva nel momento e con le persone che meno ci si aspetta. Gli ultimi minuti sono qualcosa di wow, qualcosa che ti fa rimanere incollato allo schermo (non per niente dovete poi guardare le scene post credit; come nei film Marvel, se non lo fate, non capite poi la storia che avete visto).

Sharp Objects: scena post credit

Sharp Objects: scena post credit

Questo finale ci mostra come il passato ce lo portiamo sempre dietro, che le nostre scelte ci definiscono, ma non sempre le mostriamo agli altri in modo esplicito. Il finale di Sharp Objects ha voluto celebrale l’inaspettato, la sorpresa vera e propria, l’innocenza di una ragazza che nonostante abbia ucciso sue coetanee riesce comunque a concentrarsi e a pensare al mantenere una buona reputazione davanti alla mamma.

Sharp Objects: non dirlo a mamma

Io sono rimasta parecchio sconvolta da questo finale, devo ammetterlo. Infatti l’ho dovuto vedere più di una volta giusto per apprezzare anche la poeticità che era nascosta in ogni sua inquadratura fatta ad arte.

Nonostante i buchi narrativi, rimane comunque una serie da vedere, almeno una volta, giusto per provare quello stato confusionale che Sharp Objects regala ai suoi spettatori. Date una possibilità a questo show, merita davvero.

Nel dubbio, si beve buon vino e si guardano serie tv.

Iaiatv