Ciao a tutti e a tutte! Mercoledì 4 settembre è andata in onda, su RealTime, la prima puntata della quarta stagione di Matrimonio a prima vista Italia e, proprio mentre lo guardavo, mi si è accesa la lampadina per scrivere un articolo qui sul blog.

Cos’è e come funziona Matrimonio a prima vista?

In estrema sintesi è un programma televisivo nel quale tre coppie di persone si incontrano per la prima volta davanti all’altare e devono sposarsi -con rito civile-, vivere assieme per 5 settimane e poi decidere se divorziare oppure se provare a rimanere assieme. Ovviamente il matrimonio è una cerimonia semplice ma non mancano né l’abito bianco per lei né il vestito elegante per lui: l’unica cosa che cambia è che gli sposi non si sono mai visti prima. Dopo il fatidico “sì” gli sposi si recheranno a festeggiare insieme ai parenti e agli invitati e successivamente partiranno per il classico viaggio di nozze.

Gli accoppiamenti tra le persone vengono realizzati sulla base di molti test somministrati ai candidati da tre esperti: Nada Loffredi -sessuologa-, Mario Abis -sociologo- e Fabrizio Quattrini -psicoterapeuta-. Tutti e tre supporteranno poi le coppie nei loro momenti di difficoltà, tanti o pochi che siano, e cercheranno di aiutare i neo-sposi durante la convivenza.

Il mio pensiero

Fermo restando il fatto che la scienza non può decidere per cuore e cervello, l’idea potrebbe essere carina ed il programma risulta tutto sommato godibile ma, guardando certe coppie, viene proprio da chiedersi: gli “esperti” sono davvero esperti? Lo so che si basano su test attitudinali e non e che seguono ciò che traspare dalle varie “prove” che affrontano i papabili concorrenti ma davvero credono di poter mettere assieme due perfetti sconosciuti solo sulla base di test?

Io lo farei? Forse sì e forse no. Vi spiego: lo farei se fossi proprio disperata e in un ultimo tentativo volessi lasciare tutto in mano alla sorte -e un po’ alla scienza- ma in caso contrario non lo farei. Trovo abbastanza inutile il matrimonio con uno sconosciuto e la successiva convivenza perché ci sono un milione di cose che potrebbero non funzionare già solo a prima vista. Ognuno di noi, bene o male, ha una vaga idea della persona che vorrebbe avere al suo fianco un domani e trovarsi davanti l’esatto opposto di quella persona potrebbe influire negativamente sulla successiva convivenza. Anche il carattere è importante, non lo sto negando, però immaginatevi la scena: sognate il vostro futuro marito alto, slanciato, occhi azzurri, moro e con un certo charme e all’altare vi trovate un uomo che a stento arriva al metro e sessanta, biondo, occhi scuri…cosa fate? Lo lasciate lì? Eh no, perché siete a Matrimonio a prima vista e non potete. Quindi, ormai che ci siete lo sposate, non senza punti interrogativi che aleggiano nella vostra mente, e andate in viaggio di nozze. Il problema è: con che umore andate in viaggio di nozze? Se non nero, quantomeno grigio. Certo, poi magari scoprirete che è la persona più simpatica, dolce e buona dell’universo ma ci vuole tanta costanza e, soprattutto, tanta buona volontà per decidere di scoprire com’è quella persona al di là dell’aspetto fisico.

In sostanza, sposarsi -con uno sconosciuto o meno- richiede una grande dose di buona volontà, costanza, pazienza e quant’altro ma per decidere di andare all’altare con uno sconosciuto bisogna davvero essere aperti a qualunque tipo di persona ci si troverà davanti perché sposandosi “al buio” la prima cosa che si nota è senza dubbio l’aspetto fisico.

E voi cosa ne pensate? Andreste all’altare con un/una completo/a sconosciuto/a?
Ilaria

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Ilaria

Sono una studentessa universitaria appassionata di teatro e di recitazione in generale ma anche di tennis.