In occasione del festival del cinema di Venezia è stato mostrato un cortometraggio chiamato “Happy Birthday” che vede come protagonisti la giovanissima Jenny De Nucci, Fortunato Cerlino e Achille Lauro che ha composto la colonna sonora.

Happy birthday

Il corto si apre con Sara, interpretata da Jenny De Nucci, che canta “Happy Birthday” davanti ad una torta di compleanno. Il compleanno infatti è ciò che guida l’intero corto, pieno di gioia, colore e personaggi stravaganti. Non appena arriva il momento della torta Sara però si rende conto che c’è qualcosa che non va, infatti dietro questa felice apparenza si nasconde una realtà molto dura.

Ci rendiamo conto che Sara non sta vivendo il compleanno dei suoi sogni, ma che si trova chiusa nella sua stanza a fingere che tutto ciò sia reale. Il padre disperato non vede la figlia ormai da tempo, nonostante si trovino sotto lo stesso tetto, e farà di tutto per aiutarla. Crea infatti un avatar di una persona fittizia per mettersi in comunicazione con la figlia tramite la tecnologia, ma non appena Sara capisce l’inganno rimpiomba nell’oscurità e nella tristezza.

Un cortometraggio struggente, senza alcun lieto fine, che ci mette faccia a faccia con una realtà che vivono molti genitori incapaci di comunicare con i figli, in una situazione quasi del tutto immobile. Le lacrime di Sara mostrano il desiderio di uscire dalla situazione che lei stessa si è creata, ma non riesce a farlo perchè è come bloccata all’interno della sua stessa infelice condizione.

Chi sono gli Hikikomori?

Quella descritta da “Happy Birthday” è una realtà che esiste e che è purtroppo molto diffusa anche in Italia. Si parla di ragazzi che decidono di isolarsi nella loro stanza e di non uscire per mesi, o addirittura anni. La parola stessa, di origine giapponese, significa infatti “stare in disparte” dalle parole hiku “tirare” e komoru “ritirarsi”. Questo fenomeno nasce in Giappone e si diffonde già dagli anni ottanta, arrivando fino in Europa. Le cause principali che spingono questi ragazzi a dissociarsi dal resto del mondo possono essere la depressione, l’incapacità di relazionarsi ad altre persone e delle leggere forme di autismo. La terapia da seguire è lunga e complessa, comprende psicofarmaci e sedute dallo psicologo, ma non ha alcun effetto se la persona in questione non ha intenzione di cambiare il proprio stile di vita.

Il fenomeno prende forma per la prima volta appunto in Giappone, probabilmente a causa del sistema educativo molto severo che mira all’omologazione dei ragazzi. L’ansia di eccellere, di andare in una buona università e ottenere un ottimo lavoro opprime gli hikikomori che, piuttosto che affrontare la realtà, preferiscono abbandonarla completamente. Generalmente i genitori non chiedono subito aiuto, aspettano che il problema si risolva da solo, ma la condizione psicologica vissuta dagli hikikomori è molto più grave di quello che può sembrare a primo impatto. Risulta dunque indispensabile rivolgersi subito ad un esperto e chiedere aiuto.

Dal 2013 in Italia è presente un’associazione fondata da Marco Crepaldi che si occupa di diffondere informazione sugli hikikomori in modo che sia anche più facile aiutarli. Per contattare l’associazione basta scrivere alla mail info@hikikomoriitalia.it

 

E voi avete visto “Happy Birthday”? Fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti!

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Veronica

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