La nostra vita oggi è totalmente incentrata sull’utilizzo di internet. Siamo sempre più social e meno sociali. Il web, ormai, fa parte della nostra quotidianità, ce ne serviamo per soddisfare ogni nostra minima necessità e crediamo di conoscere ogni suo aspetto.

Sappiamo davvero tutto di questo luogo informatico che visitiamo ogni giorno? 

Il web è formato per la maggior parte dal Deep Web (circa il 90%), il Dark Web, “il lato oscuro di internet”, corrisponde al 6%, mentre il Surface Web, la zona di internet a noi accessibile, comprende solo il 4% di Internet.

Non possiamo stabilire con certezza quando sia nato il Deep – e il Dark – Web. Probabilmente la sua comparsa è da ricollegare al 1969 quando, nel Pentagono (Stati Uniti), ARPANET ha permesso il collegamento di 4 computer militari.

Il Web Invisibile è stato menzionato per la prima volta nel 1994, così viene alla luce il termine Deep Web.

 

Il Deep Web non è davvero invisibile, però i suoi contenuti non sono indicizzabili dai normali motori di ricerca (Google, Yahoo…) e per questo l’utente medio di internet ne rimane all’oscuro.

Lo strumento che ci permette di navigare nel Deep Web è un particolare protocollo di comunicazione: TOR (The onion router),

TOR nasce nel 1995 da un progetto della Marina Militare degli Stati Uniti per garantire la segretezza nelle comunicazioni governative, per questo permette agli utenti una navigazione in totale sicurezza e nel rispetto della loro privacy.

 

Tra illegalità e legalità

La via più semplice per entrare nel Dark e nel Deep Web è sicuramente TOR, ma questo strumento ci permette anche di visitare pagine che non hanno nulla di illegale, come Facebook, che si presenta con il suffisso .onion.

Perché collegarsi ad un sito così pubblico in un modo così anonimo?

L’estensione .onion consente di preservare la propria privacy, sviando così il tracciamento dei normali router. Collegarsi ad internet in maniera totalmente anonima permette non solo di mantenere segreta la propria identità, ma offre maggior protezione a chi si collega da quei Paesi in cui, per esempio, non è consentito navigare liberamente in rete.

L’anonimato permette l’espressione di diverse personalità che, altrimenti, sarebbero censurate nel Surface Web. Artisti, giornalisti, attivisti o semplici visitatori di forum possono far circolare notizie e documenti in totale libertà, favorendo così un’informazione priva di censura.

La segretezza offerta dal Dark Web, però, è congeniale anche a chi intende mantenere anonima la propria identità per attuare comportamenti indebiti, sfuggendo così alle normali regolamentazioni della legge.

Il Dark Web a differenza del Deep Web, che contiene solo pagine non indicizzate, oltre alle pagine che non compaiono sui normali motori di ricerca, ingloba in sé anche una buona matrice di attività illegali. Nel Dark Web possiamo fare acquisti illegali di armi o droga, visualizzare materiale pedo-pornografico o assoldare un killer.

Carola Frediani nel suo libro “#Cybercrime: Attacchi globali, conseguenze locali” analizza diversi aspetti del lato oscuro del web. L’autrice mostra nel concreto le attività illegali e pericolose che si possono svolgere sfruttando le molteplici piattaforme online.

 

Dall’operazione Wannacry del 2017, che ha visto coinvolto un attacco hacker in cerca di dati sensibili da sfruttare per ingenti ricatti, ai bazar di Silk Road, Carola Frediani illustra le diverse sfaccettature dell’illegalità online.

 

I bazar di Silk Road sono un perfetto esempio della labilità dell’identità online. Nonostante i numerosi interventi delle autorità, i criminali riescono a far progredire i loro affari illegali cambiando il dominio delle pagine. Così traffici illeciti, soprattutto di droga, trovano un terreno florido e sicuro nel mondo del Dark Web.

Il Silk Road, oltre alla compravendita di droghe, era dedicato anche ai traffici illeciti di armi e consentiva di ingaggiare killer o criminali di altro genere.

Successore molto gettonato dei bazar di Silk Road, chiusi intorno al 2013, fu Alphabay: un vero e proprio market della droga.

Alphabay fu definito dal ministro della giustizia americano Jeff Sessions come “il sito che alimentava l’epidemia nazionale di droghe.”

Il pagamento delle azioni illegali nel Dark Web viene effettuato solo tramite Bitcoin, criptovalute non tracciabili che rendono possibile l’acquisto di ogni tipo di merce.

 Come appariva la schermata iniziale di Alphabay Market.

 

Le “leggende metropolitane” intorno al Dark Web lo descrivono come un luogo pericoloso in cui è illegale anche solo navigare. Eppure, sono emersi anche i suoi aspetti positivi. Sarà il comportamento che si deciderà di avere una volta all’interno dei server protetti del Web Oscuro a determinare la sua legalità o meno.

E tu, visiteresti il Dark Web?