Travolta dalla crudeltà del destino e soprattutto da quella degli uomini che la circondano, Ofelia è uno dei personaggi femminili più celebri della storia della letteratura, divenendo l’eroina shakespeariana più rappresentata di sempre. 

Vittima degli eventi

Figlia di Polonio, ciambellano di Elsinora, capitale della Danimarca, e sorella di Laerte, giovane e valoroso cavaliere, Ofelia non appartiene alla stirpe reale. La sua residenza a corte, dovuta dalla carica di suo padre, le permette di entrare in contatto con Amleto, principe danese e protagonista dell’omonima tragedia. 

Tra i due giovani scatta l’amore. Tuttavia suo fratello Laerte la mette in guardia, ricordandole che, in quanto donna, deve conservare la sua virtù. Ofelia però cede alle dolci parole del principe filosofo e si concede. 

Ma nel frattempo Amleto, sconvolto dalla notizia dell’assassinio di suo padre per mano di suo zio, decide di fingersi matto per smascherarlo. Durante la tragedia però Amleto darà più volte segni di una reale pazzia tant’è che arriva ad uccidere il padre della donna amata.

In preda alla sofferenza più atroce, Ofelia soccombe alla follia, iniziando a vagare per il palazzo e canticchiando canzoncine oscene, il cui ritmo va di pari passo con quello del suo cuore sconvolto.

Prima di uscire di scena, la bella innamorata intona ancora una volta un canto, il cui testo sembra non avere alcun senso al primo ascolto. Ma leggendo tra le righe, si percepisce la sua speranza che alla fine andrà tutto bene. Quello del “tutto bene quel che finisce bene” è un concetto tipico della commedia shakespeariana, ma che messo in bocca ad un personaggio tragico, ci lascia comprendere che tutta l’azione è indirizzata verso un finale triste.

Nell’atto IV scena VII veniamo a conoscenza per bocca di Gertrude, madre di Amleto, della morte dell’infelice ragazza che è caduta in un fiume. La morte o il suicidio di Ofelia quindi non viene rappresentato in scena. Ecco dunque che l’assenza diviene presenza del momento drammatico.

Eroina femminista

Ofelia appare in solo cinque delle venti scene dell’opera e la sua tragedia è subordinata a quella del protagonista. Eppure la ragazza è spesso passata in prima piano, divenendo a partire dagli anni 70′ una vera e propria eroina femminista.

Per molti teorici, l’innamorata di Amleto è in realtà una donna che si ribella contro gli stereotipi di genere e l’ordine sociale, ma tutto questo a caro prezzo. Infatti Ofelia, accecata dall’amore e dal desiderio, va a letto con Amleto. Quest’ultimo però le rinfaccia successivamente proprio il fatto che lei si sia concessa troppo presto, conducendola così verso la follia. Attraverso questo personaggio quindi, Shakespeare ci offre narrativamente un ritratto della condizione femminile in epoca vittoriana. 

Dall’opera poi non riusciamo a ricavare alcuna informazione sul suo passato; è come se Ofelia iniziasse ad esistere solo nel momento in cui Amleto posa i suoi occhi su di lei. Ciò nonostante capiamo molto sulla sua personalità: Ofelia è una donna coraggiosa, senza paura di amare, passionale e soprattutto autentica. Ama Amleto e non ha paura di dimostrarglielo, malgrado l’etichetta le imponga un atteggiamento diverso. E quando soffre per gli uomini della sua vita, le sue parole sono così intrinseche di lucidità e ragione che è difficile crederla realmente matta. Ofelia sarà anche una donna senza passato, ma il suo carisma la porta ad avere un futuro nell’immaginario collettivo. Ofelia è eterna, così come il suo amore per Amleto.

Grazie per l’attenzione!

Alessia.

 

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Alessia

Classe 1999. Studentessa universitaria. Curiosa della vita.