Il drama tra stereotipo di bellezza e capacità individuale.

Chiunque viva nella società odierna, deve affrontare dilemmi e sottostare a regole non scritte per vivere in comunità. Di solito questo riguarda, principi morali, spirituali e canoni di bellezza o mode. I drama non sono esenti da questi dettami che diventano dogmi se perorati dalla maggioranza. Ma non dimentichiamoci che i drama come tutti i principi sopracitati seguono sempre un cardine che è la soggettività. Quindi chiunque si approcci alle serie tv asiatiche e magari usufruirà dei social media, troverà molte persone che non solo hanno lo stesso amore per il drama, ma alle volte anche per attori o attrici. La domanda che mi pongo e che vorrei rispondere oggi è : “un bel drama è frutto della buona recitazione o sceneggiatura oppure del mero aspetto estetico che diventa la medicina per superare la trama mediocre?”

 

Drama e bellezza un binomio scontato o quasi.

Sui social sovente mi sono imbattuto in persone che hanno affermato essenzialmente un’iperbole, un bell’attore giustifica quasi sempre una trama mediocre. Quella che io chiamo ” teoria del ghiaccio bollente”. Ma se alle stesse viene posta la domanda sulla protagonista femminile, la risposta non è scontata. La teoria sopracitata continua ossia, non può essere brava perché troppo bella. Essenzialmente abbiamo detto un bell’uomo supera la barriera della mediocrità grazie alla bellezza fisica, una donna invece rimane paradossalmente ferma al principio bella senz’anima.
Facciamo degli esempi così da poter contestualizzare. Un paio esempi per genere potrebbero bastare, per le donne abbiamo due bellissime attrici e secondo il mio parere brave  Shin Se-kyung,  Park Min Young e Song Hye Kyo per gli attori Sung Hoon e Lim Ju-hwan.
Molte di queste attrici citate hanno avuto la sfortuna di non esser sempre state favorite dal coprotagonista che facendo una brutta performance hanno negato loro di esprimersi al meglio. Un esempio è ” Blade Man” dove Shin Se-Kyung affianca il bravo – tranne in questa occasione- Lee Dong-wook.

Bellezza contro sceneggiatura
Vediamo i due protagonisti del drama “Blade Man”  interpretati da Lee Dong-wook e Shin Se-kyung.

Analisi del fattore da soggettività ad oggettività.

Negli anni di fruizione di forum, gruppi Facebook, Telegram o Whatsapp mi è capitato di vedere un segnale molto forte di propensione alla gelosia o addirittura insultare sul personale attrici. Questo mi ha fatto riflettere su alcuni punti. In primo luogo nelle serie tv occidentali non assistiamo ad un tale accanimento dei fan quanto magari dei giornali. Secondo – e forse più importante- in un momento dove il femminismo sembra essere tornato all’apice delle discussioni questo comportamento è deleterio anche per un mero sentimento d’appartenenza. Possiamo fare un esempio dove il peso dell’essere famosi legato a doppio filo con il cyberbullismo può portare alla fine anche di vite, un esempio è  Sulli che il 29 marzo avrebbe compiuto 26 anni.
Tornando al punto cardine, il belloccio di turno giustifica davvero drama deboli? Se la risposta fosse affermativa saremmo di fronte ad un fenomeno di aberrazione. La donna è troppo bella per esser brava, quindi primo stereotipo della bella ed inetta, l’uomo viene quasi classificato.
Ma purtroppo è anche la società autoctona a giocare un ruolo chiave. Spostandoci poco ad est della corea pensiamo a Miss Universo 2015, la candidata nipponica Ariana Miyamoto è stata brutalmente offesa e minacciata semplicemente perché la sua pelle è nera. Però se pensiamo che il fenomeno Hafu, ossia persone nate da un genitore straniero ed uno giapponese sia duro, pensiamo invece a Yu Shirota, attore e modello talentuoso che non sembra aver sofferto dello stesso comportamento. In questo caso non parliamo di donne innamorate di un’idea d’uomo ma di come la società sia strutturata.

Il razzismo visto dall'interno
Hafu2Hafu iniziativa del fotografo nippo-belga Testuro Miyazaki per rappresentare le radici di persone nate Hafu

Per sapere di più su questo interessante progetto fotografico puoi trovare maggiori informazioni consultando questo articolo del Japan Today Hafu2hafu Project

I drama quindi sono vettori del fattore culturale.

Noi siamo figli della società occidentale e come tali possediamo memoria sociale per i nostri parametri. Tutto ciò che proviene da fuori è visto come esotico e quindi sovente ci si innamora dell’idea del paese e non della verità oggettiva. Questo ci rende ciechi  di fronte a quello che davvero è l’oriente.
Ovviamente come per le serie Tv occidentali anche i drama hanno degli elementi che ci attraggono. La storia ovviamente è importante ma sarebbe lo stesso se ci fossero attori non attraenti? Ovviamente senza ipocrisia possiamo affermare di no. Eppure vorrei fare un parallelismo negli anni attrici o cantanti occidentali per nulla ascrivibili ai canoni di bellezza standard hanno fatto breccia nei cuori degli spettatori. Penso a Barbra Streisand o attrici come Kim Mi-kyung famosa come la talentuosa attrice di supporto. Nei drama o nei film coreani infatti la donna è sempre un’attrice secondaria, ma solo per la sceneggiatura infatti ripensando ai lavori dove ha recitato molti di noi ricordano lei piuttosto che i protagonisti.

Quando la bravura supera la bellezza soggettiva.
Kim Mi-kyung in compagnia del collega Lee Min ho

La bellezza quindi è davvero così importante?

Senza ipocrisia potremmo affermare, nella vita chi è bello fa meno fatica. Questo purtroppo non è vero, anzi essere bellissimi ritengo sia più faticoso. Poiché bisognerà sempre essere perfetti e senza macchia. Quindi quando pensiamo ad un uomo o ad una donna che amiamo sullo schermo non potremo mai sapere se essi siano brave persone o pessimi esseri umani. Non fermiamoci all’invidia e se siamo così fortunati da esser letti da un vip, mandiamo messaggi coerenti. Le lusinghe valgono a poco quando il vento girerà e senza fatica il castello costruito con sabbia fine cadrà. Ecco perché attori e attrici più bruttini – la bellezza ricordo essere soggettiva- faranno successo, perché in loro sarà maggiore il talento non avendo la “fortuna” di essere in scena perché belli.