Il virus permane e tutto resta com’è.

Tutto cambia e forse nulla è come sembra.

Ogni cosa si muove eppure tutto si ferma.

Ci stiamo capendo qualcosa?

 

Facciamo il punto ma a modo nostro, secondo le percezioni che riceviamo e rielaboriamo quotidianamente.

Le scuole hanno riaperto il 1 settembre in alcune parti d’Italia. La seconda apertura riguarda il 14 settembre e la terza il 24.

Secondo il ministro della scuola non ci siamo: le scuole vanno aiutate e l’Italia deve agire come la Francia. Più materiale, più insegnanti e cattedre di concorso. Magari concorsi che vengono fatti ogni due anni come in Francia. Ecco, prima vogliamo essere originali e poi dobbiamo necessariamente prendere ispirazione.

Andiamo avanti.

La mascherina va indossata ma in alcune zone ci sono gli assembramenti e le forze dell’ordine sono assenti. I ragazzi sono ammassati gli uni sugli altri e tutto tace. Sono i ragazzi che ad ottobre riprendono l’università e a metà settembre le scuole. Sono i ragazzi che già vanno a scuola. Prendono i mezzi, vanno in giro, dappertutto. La mascherina andrebbe messa anche in luoghi pubblici all’aperto dalle 18 alle 00.00. Ma lo sappiamo che se usciamo col congiunto o stiamo con 4 amici ciò non avviene perché ci si conosce, perché magari si sta a distanza dalle masse di altre persone presenti in zona. Perché si pensa che fino ad un mese fa comunque il pericolo c’era e non si diceva di indossarla dopo le 18…

 

 

Quindi?

Quindi nulla, la mascherina mettiamola quando dobbiamo e resistiamo, adottiamo le norme d’igiene consigliate da medici e specialisti del settore medico e stiamo calmi. Nonostante un’afa incessante ed un’estate infinita che continua a darci il tormento. Ce la possiamo fare.

 

Ma quando subentra lo sconforto?

Siamo perennemente angosciati anche se non ci facciamo caso, anche se non ci pensiamo. Ogni volta che possiamo, guardiamo il tg e leggiamo informazioni in merito al Covid ma quando siamo davvero certi che tutto questo avrà una svolta?

Beh, impossibile dirlo. Anche quando subentra il barlume di speranza, noi ci chiediamo se è possibile praticare la speranza. Perché siamo in bilico e siamo stanchi e siamo anche insicuri di ogni cosa, ma ci dobbiamo dire quello che forse davvero ci ha dato al 50% fastidio e al 50% serenità: andrà tutto bene ( magari stavolta senza metterlo sui balconi o nelle IG necessariamente).

Written by

Teresa

Teresa, 25 anni, napoletana, una laurea triennale in beni culturali, attualmente studentessa magistrale di sociologia con indirizzo in Comunicazione. Amo le parole, mi piace leggere e scrivere da sempre. Editoria, fotogiornalismo, poesia, arte contemporanea, musica sono altre delle mie passioni e non è tutto. Credo che un articolo come un libro o una canzone possano davvero cambiare le cose. Vivo anche di film e serie tv e amo le cose semplici quanto quelle difficili.