Genere: romanzo storico/biografico

Data di pubblicazione: agosto 2021

Editore: self

Lunghezza: 232 pagine

Valutazione: 5/5

 

 

È l’amore a salvare ogni uomo. L’amore per un qualcosa; una donna, un uomo, la musica, un campo da zappare, un’arte, un’idea. È l’amore l’unica energia capace di perpetuare le cose. Di fronte ad esso l’odio perirà sempre.

S I N O S S I

Una storia di guerra e amore, di sacro e profano, di note bianche e note nere.

Una storia di attesa. Di buio e luce. Di estate e di inverno.

Una storia di fili. Fili che s’intrecciano e che a volte non si vedono.

Una storia di rabbia e lavoro, di miseria e fatica.

Una storia di strade. Strade da scegliere, in cui perdersi o ritrovarsi.

La storia di un incontro. Di anni di silenzio, paura e dolore.

Una storia di gente semplice che vive di terra e di cielo.

La storia di un treno che porta via e che qualche volta riporta indietro.

La storia di un fiocco di neve.

La storia di mio nonno, dei proiettili che aveva in corpo e di una cicatrice nel respiro.

Una storia semplice, di gente che vive e che muore.

Una storia in cui la luna parla e sussurra la verità a chi si fida di lei.

Una storia di giusto e ingiusto.

Una storia effimera… come un colpo di grancassa.

La storia di un viaggio, per lasciare alle spalle la paura.

In fin dei conti… una storia come tante.

 

A U T O R E

Michele Vincelli vive a Casacalenda, in Molise. Nella vita lavora in una comunità terapeutica con persone affette da disturbi mentali gravi e da poco ha avviato il suo studio privato da psicologo. Michele non è uno scrittore di professione ma l’essenza delle emozioni pure non conosce vincoli e si riversa incontrollabile in Una storia come tante.

Michele scrive perché costretto ad un riposo forzato dopo un intervento chirurgico e poi, complice la pandemia, ha portato a termine un lavoro prezioso che ha deciso di condividere con il mondo. Una fortuita combinazione di eventi ha reso possibile la creazione di una storia come tante, una storia che ne incrocia altre mille, una supernova che non svanirà mai, che non sarà dimenticata.

 

 

R E C E N S I O N E

Come disse Gino l’Americano, Casacalenda è qualcosa che questa mattina non conoscevamo, ora invece sì. E un posto che nel nome ha la parola casa, non può essere che accogliente. Casacalenda era un luogo che non conoscevo, eppure, mentre leggevo, l’avevo immaginato esattamente come è: edifici in pietra, piccole vie innevate, pochissime persone che si conoscono tutte. Un piccolo posto incantato, una magia che Michele ha descritto con semplicità ed emozione.

Catapultarsi nella Casacalenda degli anni della Seconda Guerra Mondiale viene spontaneo, la realtà è così vivida che percepiamo anche noi il dolore e la fatica del lavoro nei campi, la straziante attesa dei familiari in guerra e la disperazione per un posto che pian piano viene distrutto dalla violenza dell’uomo.

 

 

 

Conosciamo Angelina, una ragazza ormai donna perché, si sa, non c’era tempo per essere ragazze quando si è in guerra. Angelina è una donna che vive ogni giorno nell’incertezza di un amore disperso chissà in che parte del mondo a combattere un male che nessuno voleva. Come se Angelina lo conoscesse, poi, il mondo. Lei che non aveva quasi mai varcato i confini di Casacalenda, lei che non aveva mai visto il mare.

Angelina aveva poche certezze nelle sue giornate: lavorare, pregare, sperare. Fare offerte alla Madonna, decifrare i messaggi che Loreta (la magara – strega – in fondo alla via) o Dio sembravano mandarle. Sì, perché Angelina aveva un solo pensiero in testa: Domenico, suo marito, partito per chissà dove in guerra.

 

Era vivo Domenico? Sognava Domenico? Sarebbe tornato, presto o tardi, Domenico?

 

Michele ci racconta la storia di Domenico, chiuso in quei campi di lavoro e di neve. Ci racconta una storia di crudeltà e violenza che noi possiamo solo immaginare. Eppure la realtà farebbe impallidire l’immaginazione.

Il Professore direbbe che non c’è logica in questa logica, che una tragedia simile la logica te la fa perdere. Dover partire, abbandonare la propria quotidianità e i propri affetti da un momento all’altro, per combattere e difendere una Patria a cui senti di appartenere, ma che non conosci e che ti pugnala alle spalle. Ti fa fare cose che non sai fare e non vuoi fare. Ti proibisce di fare, invece, quello che vuoi.

Come Antonio, che ha suonato una marea di note, che quei tasti bianchi e neri li conosce come i suoi occhi, eppure non può fare una serenata all’amata Teresa.

Come Domenico, che sa far nascere la vita dalla terra e che desidera solo vivere il suo matrimonio con Angelina. E invece costruisce ferrovie per treni che non trasportano la gioia, ma solo la morte, e guarda i fiocchi di neve cadere, e ride. Neanche sa se quello è il suo ultimo mezzo respiro, ma ride. E pensa a quei fiocchi, che il Professore dice essere tutti diversi, come se poi si potessero osservare tutti i fiocchi di neve del mondo. Non c’è proprio logica in questa logica e Domenico ride, perché forse morirà o forse riabbraccerà Angelina. Forse tornerà a Casacalenda da eroe, o forse sarà solo un granello di terra tra miliardi di granelli di quella terra sconosciuta.

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Questo libro è dedicato a Nicole, la piccola grande fortuna della vita di Michele, è dedicato alla sua famiglia e alle sue origini. È dedicato anche un po’ a noi, perché una memoria condivisa è eterna, ed eterno deve essere il sacrificio delle persone che hanno lottato per noi. La memoria di chi ha amato una terra che non aveva modo di conoscere, di chi ha perso i propri cari in battaglia, di chi ha visto la propria vita sgretolarsi. Ma anche di chi è rimasto ancorato alle proprie origini, di chi ha tenuto duro ed è andato avanti. Di chi ha costruito il futuro che oggi noi chiamiamo presente.

 

Questa è una storia come tante, una storia da non dimenticare.

Grazie ad Angelina, a Domenico, a tutti i cittadini di Casacalenda, a Michele e alle memorie della sua famiglia, ma anche a Nicole e a tutti i futuri grandi del mondo, tesori che abbiamo il dovere di custodire e proteggere.

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Giada