Non far arrabbiare tuo padre, soprattutto se è Zeus! Questo sarebbe il tema principale di “Le sfide di Apollo – L’oracolo nascosto” il primo libro della nuova saga mitologica di Rick Riordan.
La nuova serie sarà composta da 5 libri di cui il primo sarà pubblicato il 3 Maggio 2016 dalla Disney Hyperion.
La storia parla di Apollo, Il Dio greco della musica, dell’arte e del tiro con l’arco, trasformato in umano e scagliato sulla terra come punizione per aver fatto arrabbiare suo padre Zeus.
Nella caotica New York dei giorni nostri, che non somiglia molto a Delfi dell’antica Grecia, il Dio si ritroverà in un corpo da 16enne debole e confuso. Dovrà imparare a cavarsela e riguadagnarsi il favore di suo padre e fortunatamente per noi fans ecco che entra in gioco il nostro semidio preferito in una nuova avventura: Percy Jackson!

In una recente intervista zio Rick ha detto:  “Anche dopo un sacco di libri sulla mitologia greca, continuo a scoprire storie che non conoscevo. Mentre scrivevo Percy Jackson e gli Dei Greci, mi sono imbattuto in due miti che parlavano di come Zeus avesse trasformato Apollo in un mortale per punirlo. L’idea mi affascinava.Cosi ho deciso di sottoporre Apollo a questa punizione per una terza volta e scrivere una serie di libri dal suo punto di vista in un corpo da teenager. Questo mi ha dato l’opportunità di osservare il mondo di Percy Jackson da un’altra angolazione! È stato troppo divertente scriverlo.”

Anche se non abbiamo ancora il libro fra le mani, possiamo accontentarci con Magnus Chase e gli Dei di Asgard – La spada dell’estate, il primo libro della saga sulla mitologia nordica.

Che altro aggiungere? Vi lascio un estratto del terzo capitolo de “Le sfide di Apollo – L’oracolo Nascosto” che ha tradotto per noi la pagina facebook Percy Jackson Series Italy.


 

Girammo a est sull’82° strada.
Quando raggiungemmo la Second Avenue, il quartiere cominciò a farsi familiare – file di palazzine basse, fatiscenti negozi di elettronica, alimentari e ristoranti indiani. Sapevo che Percy Jackson abitava da queste parti, ma i miei viaggi nel cielo sul carro solare mi avevano fornito un orientamento stile Google Earth. Non ero abituato a viaggiare a livello strada.
Inoltre, in questa forma mortale, la mia memoria perfetta era diventata…. imperfetta. Paure e bisogni mortali mi annebbiavano i pensieri. Volevo mangiare. Volevo andare al bagno. Il mio corpo era dolorante. I miei vestiti puzzavano. Mi sentivo come se mi avessero riempito la testa di cotone bagnato. Seriamente, come fanno gli umani a reggere la situazione?
Dopo qualche isolato, iniziò a piovere. Meg cercò di raccogliere la pioggia con la lingua, cosa che mi sembrava un modo davvero inefficiente di bere acqua sporca. Tremai e mi concentrai su pensieri felici: le Bahamas, le Nove Muse in perfetta armonia, le numerosi orribili punizioni che avrei inflitto a Cade e Mikey non appena fossi tornato dio.
Continuavo a pensare al loro capo, e a come avesse fatto a conoscere il luogo in cui sarei arrivato sulla terra. Nessun mortale avrebbe potuto avere quella conoscenza. Infatti, più ci pensavo, più mi chiedevo come persino un dio (a parte me) potesse aver predetto il futuro in maniera così accurata. Dopotutto, ero stato il dio delle profezie, signore dell’Oracolo di Delfi, distributore degli sneak peek di più alta qualità dell’ultimo millennio.
Ovviamente, non mancavano i nemici. Una delle conseguenze naturali dell’essere così fantastico era che attraevo invidia da ogni dove. Ma riuscivo a pesare a un solo avversario in grado di prevedere il futuro. E se LUI fosse venuto a cercarmi mentre ero in questa mia forma indebolita….
Misi da parte quell’idea. Avevo già abbastanza cose di cui preoccuparmi. Non aveva senso spaventarmi a morte con il ‘e se fosse’.
Iniziammo a cercare sulle vie laterali, controllando i nomi sulle buche delle lettere e sui citofoni. L’Upper East Side ospitava un sorprendente numero di Jackson. Trovai la cosa molto irritante.
Dopo numerosi tentativi, girammo l’angolo e là – parcheggiata sotto un albero di mirto – si trovava un vecchio modello di Prius. Il suo tettuccio mostrava le inconfondibili ammaccature di zoccoli di pegaso. (Come facevo ad esserne sicuro? Conosco quelle impronte. Inoltre i cavalli normali non cavalcavano sulle Toyota. I pegasi lo fanno spesso.)
“Aha,” dissi a Meg. “Siamo vicini.”
Mezzo isolato più giù, riconobbi l’edificio: un palazzo di cinque piani con condizionatori arrugginiti appesi fuori dalle finestre. “Voilà!” Urlai.
Davanti agli scalini dell’ingresso, Meg si fermò come se avesse incontrato una barriera invisibile. Fissò la Second Avenue, con gli scuri occhi carichi di apprensione.
“Cosa c’è che non va?” chiesi.
“Credevo di averle riviste.”
“Ancora?” Seguii il suo sguardo ma non vidi nulla di strano. “I tipi del vicolo?”
“No. Un paio di …” Agitò le dita. “Sfere brillanti. Le ho viste su Park Avenue.”
Il mio battito accelerò passando da un andante a un allegretto. “Sfere brillanti? Perché non hai detto nulla?”
Si picchiettò gli occhiali. “Ho visto un sacco di cose strane. Te l’ho detto. La maggior parte delle cose non mi infastidisce. Ma…”
“Ma se ci stanno seguendo,” dissi, “saremmo nei guai.”
Controllai di nuovo la strada. Non vidi nulla di inusuale, ma non dubitano che Meg avesse visto delle sfere brillanti. Molti spiriti apparivano sotto quella forma. Anche mio padre, Zeus, una volta assunse quella forma per conquistare una mortale. (Perchè la mortale l’avesse trovato attraente, non ne ho idea.)
“Dovremmo entrare,” dissi. “Percy Jackson ci aiuterà.”
Meg continuava a stare ferma. Non aveva mostrato alcuna paura quando aveva attaccato quei borseggiatori in un vicolo cieco, ma adesso sembrava avere dei dubbi nel suonare un citofono. Mi venne in mente che forse aveva già incontrato dei semidei prima d’ora. Forse quegli incontri non erano andati bene.
“Meg,” dissi, “mi rendo conto che alcuni semidei non sono brave persone. Potrei raccontarti le storie di tutti quelli che ho dovuto uccidere o trasformare in erbe – “
“Erbe?”
“Ma si può sempre contare su Percy Jackson. Non hai nulla da temere. Inoltre, a lui piaccio. Gli ho insegnato tutto quello che sa.”
Aggrottò le sopracciglia. “Davvero?”
Trovai la sua innocenza ammagliante. C’erano così tante cose ovvie che non sapeva. “Certo. Adesso andiamo.”
Suonai il citofono. Qualche attimo dopo, una voce disturbata di donna rispose, “Si?”
“Salve,” dissi. “Sono Apollo.”
Suono di statica.
“Il dio Apollo,” dissi, pensando di dover essere più specifico. “Percy è a casa?”
Altro rumore di statica, seguito da due voci attutite. La porta d’ingresso si aprì. La spinsi. Appena prima di entare, vidi un movimento con la coda dell’occhio. Guardai lungo il marciapiede ma ancora una volta non vidi nulla.
Forse si era trattato di un riflesso. O del vento. O forse una sfera brillante. Mi si rizzarono i capelli per l’ansia.
“Che c’è?” chiese Meg.
“Probabilmente nulla.” Cercai di usare un tono allegro. Non volevo che Meg fuggisse proprio quanto eravamo così vinci alla salvezza. Adesso eravamo uniti. Avrei dovuto seguirla se me lo avesse ordinato, e non mi piaceva l’idea di vivere per sempre con lei nei vicoli. “Andiamo. Non possiamo far aspettare il nostro ospite.”
Dopo tutto quello che avevo fatto per Percy Jackson, pensavo che il mio arrivo avrebbe portato gioia e delizia. Un commosso benvenuto, qualche offerta sacrificale, e un piccolo festival in mio onore sarebbero stati ben accetti.
Invece, il ragazzo aprì la porta e disse “Perchè?”i’m still freaking out about the Hidden Oracle excerpt. Percy is just so done with the gods and everything they get him into haha I’m so excited for ToA although I am worried about the AHS hoodie, what happened to Goode? :o

Come al solito, rimasi colpito dalla sua somiglia con il padre, Poseidone. Aveva gli stessi occhi verde mare, gli stessi capelli spettinati, le stesse fattezze attraenti che potevano passare dall’allegria all’ira in un attimo. Tuttavia, Percy Jackson non seguiva la predilezione di suo padre per i pantaloncini e le camice hawaiiane. Portava dei jeans strappati e una felpa blu con le parole AHS SWIM TEAM cucite sul davanti.
Meg indietreggiò alle mie spalle.
Cercai di sorridere. “Percy Jackson, salve! Ho bisogno di aiuto.”
Gli occhi di Percy scattarono da me a Meg. “Chi è la tua amica?”
“Lei è Meg McCaffrey,” dissi, “una semidea che deve essere portata al Campo Mezzosangue. Mi ha salvato dai teppisti di strada.”
“Salvato…” Percy guardò la mia faccia pesta. “Vuoi dire che l’aspetto da ragazzo preso a botte non è solo una copertura. Amico, che ti è successo?”
“Penso di aver accennato ai teppisti di strada.”
“Ma sei un dio.”
“Riguardo a quello… Ero un dio.
Percy sbattè le palpebre. “Eri?”
“Inoltre,” dissi, “sono piuttosto certo che siamo seguiti da spiriti malvagi.”
Se non avessi saputo quanto Percy Jackson mi adorava, avrei giurato che stava per colpirmi sul naso già rotto.
Sospirò. “Forse voi due dovreste entrare.”

Io non so voi ma sto nella pelle! Questa anticipazione non mi basta, voglio di più…però mi tocca aspettare, se avete una saga di libri affascinante come Percy Jackson da consigliare, sarò felice di leggerla!

Qui Sara Scrive, passo e chiudo!

 

Written by

Sara

Artista. Classe 1998. La big delle sette sorelle Greffi.
○ Fondatrice del blog Sara Scrive e manager della @Scrive_Squad
○ Content creator
○ Condivido la mia passione per l'arte e tutto ciò che sembra uscito da un film