La Spada del Destino è il secondo volume della saga di Geralt, sempre scritto da  Andrzej Sapkowski nel 1992 (un anno prima de Il guardiano degli innocenti) e pubblicato da Nord. Questo è l’ultimo volume prima dell’inizio della storia vera e propria ed è stato adattato anche questo nella prima stagione di The Witcher.

Trama(?)

Ancora una volta (è l’ultima, giuro) non parliamo di un romanzo ma di una raccolta di storie brevi su Geralt. Sembra di scrivere di nuovo la recensione de Il Guardiano degli Innocenti. La mia vita è un dejavu!! Tornando seri anche qui abbiamo sei racconti ma senza una storia che leghi il tutto. Senza troppi spoiler, nelle storie approfondiremo la relazione tra Geralt e la maga Yennifer; conosceremo nuovi personaggi come una sirena che somiglia molto ad Ariel della Disney e finalmente vedremo l’incontro tra Geralt e il suo “destino”. I racconti, come nello scorso volume, non sono in ordine cronologico, alcuni addirittura si svolgono prima di alcuni eventi de Il guardiano degli Innocenti. Comunque sia se volete conoscere il resto delle avventure di Geralt, sbrigatevi a leggere La Spada del destino, che finalmente ha un titolo che c’entra col libro, da dove è uscito fuori il nome Il guardiano degli innocenti?

Meglio o peggio del primo?

Come qualsiasi seguito di qualsiasi tipo di opera, la domanda primaria è sempre la stessa: “il primo era meglio?”. Sì. Ma anche no. Diciamo così e così. I primi racconti sono a mio avviso meno belli di quelli del primo volume, anche se restano sempre a livelli molto alti, badate bene. E’ come dire che l’amatriciana è meno buona della carbonara. Certo, ok, ma l’amatriciana resta molto buona. La cosa però non disturba affatto, anche perché ricordiamoci che il primo volume è uscito dopo La Spada del Destino, ci sta che lo scrittore sia migliorato strada facendo. Comunque sia non preoccupatevi perché gli ultimi tre racconti saranno molto belli. Non parlerò troppo di “Un piccolo sacrificio”. La storia è bella ma un riempitivo, cosa che va benissimo in una raccolta di racconti. Tutto procederà tranquillo fino all’ultima pagina del racconto. Dico solo che mi ha fatto male, è come un cerotto.

Il racconto successivo però è il migliore non solo del libro ma di tutti e due i volumi. Non a caso il volume prende il titolo proprio da questo racconto, per l’appunto La Spada del Destino. Se avete visto la serie, questa è la parte dove Ciri raggiunge Brokilon, la foresta delle driadi. Inutile dire che qui è molto meglio. Molto.

L’unico difetto

Su due volumi, ho un solo problema, l’unico difetto di quello che per ora è un’opera grandiosa: Ranuncolo. Io di solito ho un problema con le spalle comiche: non mi fanno ridere. Quasi mai. Di solito sono la cosa che più detesto in una serie o film o altro. Qui le cose sono quasi uguali, Ranuncolo non mi fa ridere, ma stranamente mi è simpatico. Detto da me su una spalla comica fidatevi che è tanto. Il problema però è che Ranuncolo non cambia mai. Ha il suo modo di fare ed è sempre quello, senza nessuna evoluzione. Andrebbe bene se le avventure si svolgessero in poche settimane, ma tra i primi racconti de Il guardiano degli Innocenti e gli ultimi de La Spada del Destino passano qualcosa come vent’anni. L’autore si è sforzato di dare un’evoluzione bella e coerente con Geralt, cosa non “necessaria” dato che gli è quasi impossibile provare emozioni o impulsi, ma non con Ranuncolo, un normale umano. In vent’anni ci si aspetterebbe qualche cambiamento, ma lui niente. Peccato. Spero in un suo approfondimento nei prossimi capitoli.

Detto questo, da ora inizia la storia vera e propria e non vedo l’ora di gustarmela. Avete recuperato il primo volume? No? Che state aspettando? Invece per chi li ha già letti vi aspetto nella sezione commenti.

Alla prossima,

Luca