Il regista Taika Waititi ritorna sul grande schermo con Jojo Rabbit, addattamento libero del romanzo del 2004 Il cielo in gabbia (Caging Skies), di Christine Leunens.

Devo dire che quando nel lontano marzo 2018 era stato annunciato l’inizio delle riprese, non stavo nella pelle: credo che Taika Waititi sia uno dei più sottovalutati registi della nostra generazione. Ricordo che mi sbellicai quando vidi per la prima volta Vita da vampiro – What We Do in the Shadows (2014) e che rimasi piacevolmente sorpresa quando constatai che non avevo mai preso visione ad un film così originale e divertente.

Certo, Jojo Rabbit non fa urlare allo scandalo, come fece all’epoca La vita è bella, ma sicuramente si prospetta come una presa di posizione in relazione al clima di odio e razzismo dei nostri giorni.

Trama

Presentato in anteprima al Toronto International Film Festival, la pellicola segue le vicende di Johannes Betzler (Roman Griffin Davis, nominato ai Golden Globes di recente) detto Jojo in una città immaginaria della Germania nazista, sul finire della seconda guerra mondiale. Jojo fa parte della gioventù hitleriana ed è fermamente convinto negli ideali nazisti, tant’è che il suo amico immaginario è l’inimitabile Adolf Hitler (Taika Waititi). Al contrario, la madre Rosie (Scarlett Johansson) fa parte della resistenza e nasconde persino un’ebrea in casa, Elsa (Thomasin McKenzie), che il bambino scopre rinchiusa in una stanza. Dichiaratisi nemici, i due dovranno cercare di sopravvivere in una convivenza obbligata, ma che in poco tempo si trasformerà in una sincera amicizia.

Roman Griffin Davis e Taika Waititi nel film Jojo Rabbit.

Personaggi e interpretazioni

Jojo è un bambino ingenuo, vive imbevuto negli ideali del III Reich e che a detta della madre “si riprese solo dopo 12 giorni alla notizia che suo padre non fosse biondo”. Prende parte al campo estivo per giovani nazisti, ma dopo il suo scontro reale con quello che è solo un assaggio della guerra che lo aspetterà, ritorna a casa sconsolato e perdipiù sfregiato da una cicatrice sul volto, che ricorda molto la forma di una svastica.

Il suo castello di carte crolla definitivamente quando incontra Elsa, adolescente ebrea nascosta in casa dalla madre, che lo sbeffeggia riguardo le sue miscredenze antiebraiche, ma che ben presto si ritroverà a fare i conti con l’evolversi del loro rapporto.

 

Thomasin McKenzie a sinistra e Roman Griffin Davis a destra.

Unico confidente delle sue indecisioni, cioè se consegnare o meno la ragazza alla Gestapo, altro non è che il Führer tedesco, interpretato da Taika Waititi stesso. Per come la sua comparsa sia limitata a poche scene, lasciando sempre più spazio a Jojo e alla sua maturazione, gli sketch veloci e irriverenti strappano un sorriso allo spettatore, sdrammatizzando le scene invece più cariche emotivamente: quelle con la madre.

Interpretata da una superba Scarlett Johansson, e con dei vestiti da paura, Rosie è una moglie e madre a cui non è rimasto nulla (il marito sparito al fronte e l’altra figlia morta di influenza) se non combattere per il suo Jojo. È materna ed affettuosa, che si premura di allacciare sempre le scarpe al bambino (particolare importantissimo e commovente per il film), ma allo stesso tempo forte e decisa, che cerca di fargli aprire gli occhi sulla cruda realtà del tempo.

Scarlett Johansson e Roman Griffin Davis in una scena cruciale del film.

Fanno da contorno a queste fantastiche interpretazioni quelle di Sam Rockwell e Alfie Allen, in un rapporto ufficiale-sotto ufficiale dalla sottile carica omoerotica, e quella di Rebel Wilson, nei panni della Fraulein Rahm, dai toni duri e autoritari.

A contrastare le tinte dark del tema affrontato è sicuramente la fotografia, dai colori pastello e dalle ampie inquadrature (e sì, ricorda molto Moonrise Kingdom, ma no, non ci si avvicina per nulla), gli abiti sgargianti e sopra-le-righe e la musica, quasi fuori posto, con vere e proprie rivisitazioni teutoniche di classici intramontabili come “I wanna hold your hand” dei Beatles e “Heroes” di Bowie.

Considerazioni finali

Jojo Rabbit si propone quindi come un film soprattutto per ragazzi, che spinge alla coltivazione si se stessi e della propria individualità, nelle fattezze di una fiaba drammatica e surreale, che tocca temi scottanti, ma con delicata accortezza che vi farà ridere e piangere allo stesso tempo.

La pellicola è distribuita nelle sale cinematografiche a partire dal 16 gennaio 2020 da 20th Century Fox Italia.

Il trailer al film lo trovate qui.