In teoria ogni indirizzo IP di ogni dispositivo ha una sua “nazionalità” e quindi è sotto il controllo del paese in cui risiede. Di conseguenza tutte le azioni illegali che possono coinvolgere, ad esempio il mio telefono, sono sotto la responsabilità della polizia postale e delle comunicazioni italiana (che è l’autorità a cui denunciare i crimini informatici e i reati telematici).

Di “regole” da non infrangere su internet ce ne sono molte, ma proprio perché la rete è uno spazio amorfo e in continuo cambiamento queste regole hanno eccezioni e corollari che indeboliscono il regolamento e fanno si che ogni regola possa essere elusa.

I reati principali su internet sono:

  1. Il furto di identità
  2. Spam per pubblicizzare attività commerciali
  3. Scaricare o guardare film online
  4. Pornografia infantile e pedofilia
  5. Usare programmi piratati
  6. Vendere ripetutamente oggetti senza dichiarare al fisco
  7. Collegarsi alla rete Wifi di qualcun altro senza averne l’autorizzazione
  8. Usare immagini o file video o file audio protetti da copyright
  9. Vedere online canali tv da siti non ufficiali
  10. Cyberbullismo e Cyberstalking

Abbiamo – più o meno – delle regole condivise, abbiamo un’autorità che si occupa di far rispettare queste regole…perché alla fine dei giochi queste regole non vengono rispettate?

Da una parte perché su internet tutti commettono almeno uno dei reati sopracitati e penso che sarebbe impossibile arrestare tutti, quindi – per me – la polizia fa una specie di graduatoria di quel reato e si occupa solo di quelli che lo fanno in modo più grave.

Dall’altra pure perché esistono tante regole ed eccezioni, che i malviventi su internet trovano sempre il modo di raggirarle.

Vogliamo fare un esempio? Chi, soprattutto in Italia, non ha mai visto un film in streaming? E le piattaforme come Altadefinizione come fanno a sopravvivere sempre? Semplice, perché dopo anni di chiusure di siti streaming come il vecchio Megavideo, questi siti si sono svegliati e hanno trovato un escamotage per continuare ad esistere: tengono il loro nome e logo, ma cambiano il dominio del sito. In questo modo stanno sempre a riaprire siti ma con un dominio diverso e quindi è come dire che cambiano sede.

E a livello di spam la cosa più scandalosa è che qualche tempo fa hanno introdotto il reato di recensione falsa su Tripadvisor perché un uomo di professione faceva il “recensore” e veniva pagato per scrivere non si sa quanti commenti falsi su ristoranti.  Pensate che questo fermerà gli utenti di qualsiasi piattaforma a smettere di autorecensirsi positivamente il locale o da svalutare il servizio del ristorante rivale o le recensioni vendetta?

Oltre la disinformazione, c’è anche una lentezza e incompetenza da parte delle autorità che scoraggiano qualsiasi tipo di denuncia o azione legale.

Vi faccio un esempio? Prima che esistessero certe piattaforme di streaming legale (ad esempio Netflix), un mio amico tedesco non aveva mai visto il Trono di Spade perché in Germania se ti azzardi ad usare un sito pirata vieni immediatamente raggiunto dalla polizia postale. E sempre in Germania, i leoni da tastiera non fanno baldoria come qui in Italia, perché insultare o minacciare qualcuno non è visto con tanta leggerezza.

Cyberbullismo

Non sono qui però per fare la predica – anche perché sarei incoerente – ma per riflettere sulla questione più spinosa. Avete fatto caso che il cyberbullismo e cyberstalking li ho messi per ultimi? Ma non perché fossero meno importanti, ma perché volevo dargli risalto non mettendoli in mezzo all’elenco.

Non so se sia una fortuna, ma il furto di identità è uno dei reati più gravi e commessi spesso sul web perché è un modo facile per guadagnare per alcuni hacker e allo stesso tempo, recando un reale danno sia morale e  sia pecuniario importante,  è il reato con cui la polizia postale si adopera “più rapidamente”. E a parte il furto di identità e la pedofilia, gli altri reati più commessi e sopraelencati non offendono moralmente una persona.

Sarà che per me nella vita i soldi, il copyright e la pubblicità delle attività commerciali non valgono nulla in confronto alla persona e i suoi sentimenti. Però continuo a non capire perché al reato di cyberstalking e cyberbullismo non viene data così tanta importanza come ad altri crimini.

Infatti il: “Il cyberstalking è in generale un crimine e un reato che consiste nell’infastidire ripetutamente un’altra persona”.

Quindi io devo essere ripetutamente infastidita da una persona per poterla denunciare, altrimenti se quel delinquente mi  offende pesatamente una volta o contribuisce, anche una sola volta, a diffondere delle cattiverie su di me, non può essere segnalato alle autorità. O meglio, puoi farlo, ma c’è scritto chiaramente su carta che “non viene preso in considerazione”. Poi non voglio vedere quale sia il grado di persecuzione che viene preso in considerazione nella pratica…

Il bullismo digitale per me è uno dei reati più gravi che ci siano perché ha la possibilità di distruggere la vita di una persona e spingerla a soluzioni estreme. La cosa peggiore, è che chi lo pratica lo fa in anonimato perché si vergogna di quello che fa! E nessuno spesso fa niente per mancanza di sensibilità!

È la mancanza di sensibilità che spinge i bulli a non farsi scrupoli di prendere in giro o offendere gli altri e che  spinge le autorità a fregarsene di quello che sta passando una persona.

Deve per forza scapparci un suicidio/omicidio per farvi rendere conto delle conseguenze di questa pratica?

La verità è che i più negligenti e insensibili dovrebbero provare sulla loro pelle questo tipo ti azione. Tutti i giorni o anche solo una volta, e vedrete che anche il più duro chiederà pietà.

Il cyberbullismo spinge le persone a distruggersi perché mina l’autostima dell’individuo che non fa altro che chiedersi: “Perché a me? Perché queste persone che non conosco ce l’hanno con me? Avranno davvero ragione? ”

E non tutti hanno la forza di rialzarsi.

Se non avete mai provato il cyberstalking o cyberbullismo non pensate che sia quella cosa tipo “sei scemo/a nessuno ti vuole bene” ripetuto una o più volte nei messaggi.

Il cyberbullismo è quando qualcuno ti prende di mira e decide di scherzare su di te con delle offese per vedere come reagisci. Prendere di mira però significa che qualsiasi cosa tu faccia sarà presa in giro da quella persona o usata contro di te. Avere un bullo digitale significa avere uno stalker che segue passo passo qualsiasi cosa ti riguardi e a lungo andare, più aumentano le offese, più la vittima cede.

Ripetendo la frase di prima: “Deve per forza scapparci un suicidio/omicidio” intendo sul serio. Si deve per forza fare un’offesa gravissima tipo minaccia o stalking sessuale per dare la possibilità alla vittima di avere -forse- giustizia? Non si possono prevenire in altri modi certi danni, magari estirpando il problema alla radice e fare una legge che vieta gli insulti rivolti a qualsiasi persona?

Le offese verbali possono ferire sul serio, ma ciò che forse le rende più velenose è che una volta arrivate su internet e divenute scritte, rimangono lì, in quel post. Verba volant scripta manent.

La mia esperienza…

Gestendo un blog e avendo un profilo pubblico questa situazione non mi è nuova, ma questo non significa che io sia un’esperta e che non possa rimanerci male quando accade.

Ho 20 anni e ho vissuto due episodi pesanti di cyberbullismo: a 15 anni scrivevo fanfiction su un sito e una ragazza di 21 della stessa community cominciò ad offendermi con le sue amiche scrivendo post su Facebook contro di me e le mie storie.

Sapete da cosa era cominciato? Da qualche deficiente che su ask scrisse in anonimo che mie storie erano meglio delle sue. Allora questa 21 enne – che io non conoscevo e non sapevo neanche come si chiamasse sul serio – usò questo pretesto per sfogarsi su di me.

Non contenta di aver scritto cose come “i suoi genitori avrebbero dovuto usare il preservativo”, insieme alle sue oche giulive crearono diversi account falsi sulla piattaforma in cui pubblicavo le mie fanfiction e cominciarono  a lasciare recensioni negative con commenti cattivi nei miei confronti e  sulla storia.

Non sono stupida, un account chiamato “macheccazz” e uno “pallevolanti” insieme ad altri 5, creati tutti lo stesso giorno e con una recensione negativa sulla mia storia possono solo essere stati fatti da quelle persone.

Oh loro avevano 21 anni, l’età che ho io ora, e se la stavano prendendo con una ragazzina di 15. Un po’ come se ora io bullizzassi pesantemente mia sorella minore. Sono rimasta traumatizzata da questa cosa al punto di ricordarmene ancora dopo anni. Sapete poi com’è andata a finire? Che io ho perso la voglia di scrivere storie e pubblicarle, ho sospeso il mio account di FF e quelle cretine solo dopo avermi spinto a farlo hanno smesso di sparlare.

Un altro episodio grave è capitato qualche settimana fa e ve ne ho parlato qui. Fortunatamente non sono così fragile come prima e sono riuscita a difendermi. Questo non significa che non mi hanno sorpreso certe cose che ho letto su internet:

-Gente che mi insultava dicendo che ero una fallita e scema e che, non aspettandosi una mia risposta, appena riceveva un mio tweet si scusava subito  ma poi tornava a prendermi in giro oppure mi bloccava per non farmi leggere ciò che scriveva.

-Uno degli idioti che aveva cominciato a gettare fango su di me, vantandosi di essere il pioniere del “Sara Scrive Gate” – che poi vorrei capire cosa ho fatto di reale per suscitare tutto questo accanimento –  oltre a dirmi che non capiva cosa avesse fatto di male, che le sue non erano vere offese e che ora era il mio turno “5 minuti e sarai dimenticata”, lessi fra la marea di prese in giro nei miei confronti, che aveva cercato il mio profilo reale per vedere se fossi fidanzata e trovare altro materiale per prendermi in giro. Ma voi vi rendete conto? Questo è un pazzo stalker che è andato sul mio profilo a cercare informazioni su di me per ferirmi ancora meglio.

-Oche giulive che scrivevano “ma io non vedo insulti su Sara Scrive” e continuavano a prendermi in giro. Oppure quelli che scrivevano “eh scusa ma è solo una battuta”. Ragazzi, anche una battuta ripetuta 32032 volte può diventare un’offesa. Peccato che siate così superficiali da non rendervene conto.

-Oppure gli sciocchi che giravano il mio blog e usavano frasi fuori contesto per mettermi in bocca cose che non avrei mai inteso di dire.

Adesso, mettendovi nei miei panni, cosa avreste fatto?

A parte che io quando devo criticare qualcosa critico sempre in generale gruppi di persone o atteggiamenti, non prendo mai di mira nessuno. Queste persone invece non si sono fatte scrupoli. Anzi si divertivano anche!

È proprio vero che stare dietro una tastiera riesce a tirare fuori la parte più bestiale di ognuno di noi, anche del più mansueto.

Mi ricordo di aver letto una tipa che a detta sua si era “fomentata” da tutte queste battute contro di me che non ne poteva fare a meno di inserirsi nella massa. Complimenti.

E ricordo che io a tutti questi villani non ho mai risposto abbassandomi al loro livello. Anzi. Forse è stato grazie alla mia calma e al mio temperamento sempre moderato se sono riuscita a far calmare queste bestie senza dargli modo di trovare qualcosa per darmi contro.

Che poi cosa c’è da insultare? Ho una bella vita felice con una famiglia, un fidanzato e una migliore amica. Tanti amici in giro qua e la, conosciuti su internet o in exchange students. So disegnare, cucinare, cantare e coltivo piante con tanta soddisfazione.

Sono riuscita a raggiungere tutti i miei sogni riuscendo a diplomarmi con più di 90, finire il primo anno di arti e scienze dello spettacolo con la media del 27, farmi firmare o notare quasi tutti i disegni che ho fatto e sono riuscita ad aprirmi un blog e avere il mio pubblico.

Mi dite cosa c’è da prendere in giro? Cerco sempre di diffondere messaggi positivi, non prendo mai di mira nessuna persona, rispondo sempre ai messaggi, cerco di essere educata  e anche se non sono perfetta e a volte sembra che io sia troppo sicura di me, non mi faccio problemi a mettere da parte l’orgoglio e chiedere scusa.

Davvero, scagli la prima pietra, chi nei miei confronti è senza peccato. E semmai la pietra l’avessi scagliata io me ne pento e chiedo perdono.

Voi? Fatevi un esame di coscienza e pregate che non arrivi mai il giorno in cui il cyberbullismo diventi reato penale.

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Written by

Sara

Artista. Classe 1998. La big delle sette sorelle Greffi.
○ Fondatrice del blog Sara Scrive e manager della @Scrive_Squad
○ Content creator
○ Condivido la mia passione per l'arte e tutto ciò che sembra uscito da un film