Cos’è un archetipo?

Quando parliamo di archetipi solitamente pensiamo a Carl Gustav Jung psicanalista che nella sua lunga carriera riuscì ad individuare queste figure comuni ad ogni individuo. Infatti vengono chiamati Archetipi dell’inconscio collettivo.
Ognuno di noi leggendo un libro, vedendo un film o anche estremizzando molto il concetto vedendo un telegiornale, affrontiamo la comparsa di questi archetipi. Volgarizzando molto il termine potremmo dire che sono degli stereotipi che fin dalla nostra infanzia ci sono stati somministrati. Facciamo degli esempi, l’eroe, il mentore, il vile ingannatore sono tre figure che possiamo ricondurre facilmente al nostro discorso e magari alla nostra quotidianità. Chi noi da piccoli non ha sognato il “principe azzurro” o essere il “cavaliere dalla scintillante armatura”. Abbiamo avuto tutti una figura di riferimento alla quale ci siamo affidati e dato che nella vita non esiste bianco senza nero dove c’è l’eroe ci sarà sempre l’antieroe.

Quindi riassumendo l’archetipo non è altro che un modello di riferimento a cui ci si ispira un duplicato di qualcosa di vero ed oggettivo. Lo story telling di una serie televisiva quindi avrà dei modelli di base che vanno a rispondere a determinati caratteri. Per completezza aggiungo a questa breve spiegazione anche come questi archtipi vengano solitamente inseriti nei prodotti letterari o audiovisivi. L’eroe ha una missione che deve svolgere attraverso un viaggio, che lo porterà ad ascendere ed avrà sempre un nemico con caratteristiche opposte all’eroe stesso. Andiamo ad analizzare gli archetipi nei drama.

 

I principali archetipi narrativi nei drama asiatici

 

L’eroe “Calimero”

In tutta la serialità il protagonista è quello che vediamo essere il fulcro narrativo, ma nei drama il nostro personaggio principale ha una caratteristica comune: è svantaggiato. Non importa la sua estrazione sociale lui o lei hanno subito un trauma, uno sgarro o un qualunque accadimento che lo rendono”diverso” o speciale. In questa ampia  categoria potremmo inserire chiunque, ma esempi celebri sono : Satoru Fujinuma ( Erased), Oh Hae-young (Another Miss Oh), Kang Joo Eun ( Oh my Venus), Hae Soo ( Scarlet Heart Reyo) anche se in questo caso particolare gli accadimenti dell’eroe vengono raccontati dallo sguardo della protagonista ma che nello spettatore eleva un comprimario a protagonista ideale, quindi restando in questa storia mi riferisco al IV Principe Wang So.

L'archetipo dell'eroe
Wang So e Hae Soo

L’amore e il bacio

Pur non essendo un personaggio fisico, l’amore e il bacio sono un archetipo cardine del drama, che sia una storia di guerra, una commedia, o un horror. L’amore è come il verde filo d’erba: spunta sempre, ma per il dramoso doc non è l’amore in se l’elemento  che accende l’interesse quanto il bacio. Specialmente nei drama coreani il bacio a stampo è un must che non manca mai. Molte volte questo bacio lascia a desiderare ma è un espediente narrativo onnipresente.

Il mentore

Esistono rari casi dove il mentore rivesta un doppio compito, esempi eccellenti i sempre GTO, Gokusen e Dragon Zakura (ovviamente i tre protagonisti sono docenti che aiutano i loro studenti). Come ogni protagonista hanno però il loro fardello da portare. Ma quello che li rende ascrivibili ai mentori non è la loro figura istituzionale quanto la loro indole di protettori e di traghettatori della gioventù all’età adulta. Solitamente nei drama questo archetipo è ricoperto della mamma dei protagonisti o alcune volte è una figura di contorno come in “Voglio mangiare il tuo pancreas” Gum Kun o lo studente di Haruki Shiga.
Il mentore quindi è una figura essenziale: è colui che appare nella trama per plasmare l’archetipo del viaggio del protagonista. Lo sostiene e lo consiglia dando avvio all’ascesa del personaggio.

Il rivale o l’antagonista

Nei drama questa figura è sempre presente ma enigmatica perchè veste caratteri spesso inconsueti. Alcuni esempi sono Dong Joo( My Girlfriend is a Gumiho) è l’antieroe per eccellenza non è malvagio, perché non è spinto da astio verso il protagonista ma è il loro destino ad essere il motivo del contendere. Ossia l’amore travagliato che ha cambiato il motivo del suo viaggio e la Dea che lo guidava cambia la sua destinazione da eroe ad antieroe. Colui che deve strappare una vita. Dao Min Feng ( Meteor Garden), Lee Jin Pyo ( City Hunter) . Questi due personaggi riassumono come nell’esempio precedente una cambio della loro storia personale che da guide li trasformano ad essere i rivali dei loro stessi figli. Nel primo caso abbiamo la madre ricca che guarda con sdegno la fidanzata del figlio, non per una colpa della giovane ma per una ragione insita nel passato della donna stessa. Il secondo caso abbiamo il perfido padre di Poochay che crescerà il figlio  come arma della sua vendetta, arrivando a minacciare l’amata del figlio.

Quindi nel drama non esiste un vero cattivo ma vecchi eroi decaduti, coloro che rinnegando il passato giurano vendetta contro chiunque si affacci alla loro porta.

Quando il destino rende l'eroe l'antieroe
Quando il rivale è il padre del protagonista.

 

Gli amici dei protagonisti o second lead

Un altro degli archetipi più frequenti è dato dalla presenza dei migliori amici dei protagonisti, che andranno a sviluppare una sottotrama, di solito  in conflitto con la trama principale. Questa categoria è una delle più importanti per lo sviluppo della storia: sono loro a dare l’aiuto principale ai protagonisti a supportarli nella quotidianità. Il premio per  il loro apporto è l’amore. In un drama specialmente coreano e cinese  al culmine della storia le coppie saranno sempre due. Questi spesso però rivestono il ruolo di primo rivale in amore per uno dei due protagonisti, che respinto, per magia si accorge che lì sotto il suo naso c’è un’altra bellissima donna che lo aspetta.

Conclusioni

Il drama è esso stesso un archetipo, volendo contestualizzarlo potremmo inserirlo in quello dello specchio .Ossia l’occhio della dea o più semplicemente l’anima. Detta così sembra follia, ma pensiamoci il drama di per se è qualcosa che ci permette di vagare nella nostra fantasia. Quindi possiamo convenire che la nostra soggettività, grazie ad alcuni espedienti narrativi ci permette di entrare in comunicazione con quella di un’altra persona. Facendoci amare proprio questo elemento di comunione.
La vera domanda è questi archetipi che ho individuato, li ravvedete anche voi?