La classe dei cavalieri si può definire nata a seguito dei rapporti del feudalesimo che legavano un signore con i suoi vari vassalli. Non vi erano, infatti, solo obblighi materiali ma c’era anche un forte vincolo morale, rappresentato da varie cerimonie come quella dell’investitura e dell’omaggio. Queste consistevano nel far inginocchiare il vassallo e donargli un simbolo del feudo o chiedergli di prestar giuramento per prestargli sempre auto e consiglio. L’aiuto era soprattutto inteso come sostegno militare, ed era una cosa reciproca. In particolare era una specie di mestiere per i cavalieri che dedicavano la loro vita intera all’esercizio delle armi. Un po’ alla volta questi cavalieri si fondono con l’antica nobiltà carolingia perché ne condividono i privilegi: guerre, ozi, potere di comando sui contadini, e soprattutto la coscienza di risalire attraverso la genealogia, a un antenato divino ed eroico, fondatore per eccellenza della nobile casa. Così si è costituita quella che è chiamata nobiltà medievale, che trasmette la propria condizione per via di sangue.

La vita nobile 

Qualunque sia il livello della loro fortuna, i nobili si distinguono dagli altri per genere di vita e per una mentalità particolare; per il loro habitat, per gli abiti lussuosi e ricchi, la loro alimentazione abbondante e costosa, perla loro vita di relazione, la vita di corte, i sentimenti che esprimono, la forza dei legami familiari e per le,oro occupazioni, poco produttive e generalmente violente. A lungo si è ripetuto che l’occidente si era rivestito di castelli in funzione delle invasioni o dell’anarchia locale; di fatto né i testi ne le vestigia arrivati fino a noi permettono di affermarlo; in molti casi i castelli comparsi in epoca tarda raggruppano da dieci a trenta o più parrocchie, e, più che popolare l’occidente, vi sono disseminati. Signori di media potenza hanno fatto rialzare un’altura naturale o creare di sana pianta una piccola collina, grazie alla terra accumulata con le corvée contadine, vi hanno fatto costruire una torre di legno, un modesto castello protetto da un fossato, da una palizzata e da una scarpata, una bassa corte adiacente, la traccia di edifici adibiti ad attività proficue e una cappella attestano chiaramente che si tratta di un habitat permanente. Le somiglianze col castello feudale sono dunque sorprendenti, e si capisce che, mentre il castello di pietra costosissimo da costruire, è relativamente raro, l’altura coronata da una torre di legno circondata da pali sia molti comune. Questi castelli tanto diversi presentano almeno due caratteri comuni: sono delle residenze permanenti concepite per essere razionalmente difesa. La funzione difensiva sembra fondamentale per gli elementi che costituivano il castello stesso: presenza di fossati, paludi o scarpate naturali, ponte levatoio, porte blindate, mura molto alte, feritoie, giro di ronda, torri e bastioni… Tuttavia il castello non è unicamente costruito per assicurare un’eventuale difesa contro il nemico o per dominare dall’alto la pianura; è ugualmente concepito per servire da abitazione al signore, alla sua famiglia, ai suoi servitori, e anche ai suoi vassalli e a quanti stanno attorno a loro. Comporta essenzialmente la presenza di una sala e una o più camere. La sala è in genere nel mastio e molto grande perché è lì che siede il signore per amministrare la giustizia, ricevere ospiti, banchettare, chiacchierare, rilassarsi… Accanto alla sala che ha queste funzioni generiche, le altre stanze hanno funzioni precise: camere, per esempio, soprattutto nelle torri, senza camino né altro mezzo di riscaldamento né finestra, con un gran letto munito di cortine, un pagliericcio e lenzuola e coperte; corpo di guardia, caserme, oratorio, latrine; al pianterreno le cucine e le scuderie; al sottosuolo silos, dispense, a volte la prigione e il famoso sotterraneo che raggiunge i dintorni. Al di fuori della cinta si trovava il frutteto ben chiuso, dove il signore amava passeggiare, e dove le dame incontravano talvolta i loro innamorati. Il matrimonio è spesso il risultato di un’intesa fra lignaggi: il signore può maritare le ereditiere minorenni con un candidato di sua scelta, dare il suo parere sul matrimonio di una vassalla o di un vassallo; probabilmente ci sono meno matrimoni d’amore presso i nobili che preso gli altri, il che non significa che questi sacri vincoli siamo meno saldi. Il nobile anche se i suoi mezzi non sempre gli permettono di farsi armare cavaliere, ha come principale occupazione quella di non lavorare e preparasi alla guerra mediante sport violenti. La caccia è a un tempo un eccellente esercizio un gioco appassionante un utile sport, poiché distrugge delle fiere e degli animali nocivi e fornisce alla tavola del signore una ricca dieta carnea che mantiene e aumenta il vigore dei commensali. Orsi, cervi, cinghiali, lepri erano braccati da cani di grandezza e razza selezionate. La muta è uno degli elementi caratteristici della casa signorile, coi suoi addestratori e i suoi canili. La pesca di fiume o di stagno era anch’essa spesso sportiva; così la vera caccia alla lontra, e al salmone, con tridenti, cani, reti zavorrate con piombo. Aggiungasi che i giovani nobili non cacciavano in permanenza; molto spesso seguivano dei corsi di equitazione nella foresta su terreno scosceso o facevano lunghissime passeggiate a cavallo per il solo piacere di cavalcare. Ma il principale addestramento alla battaglia si faceva nei tornei e nelle giostre. Resta difficile precisare la differenza dei due, poiché si alternavano col passare del tempo; in generale si pensa che i tornei fossero raduni di più gente, mentre le giostre si facevano in campana senza la vegetazione alta. Questi spettacoli di origine indubbiamente pagana, riunivano il fiore della cavalleria: una fiera permetteva a tutti i nobili presenti di far mostra della loro generosità. Gli spettatori si ammassavano in palchi, specie di tribune, di anfiteatro che dominava la cinta circondata da lizze di legno o da campi cintati dove si affrontavano i campioni, a squadre regionali o nazionali, oppure individualmente. Attraverso questo il sistema degli ambienti di corte e della vita nobile in genere messa in comune con gli altri, si capisce meglio come si diffondevano in tutta la nobiltà occidentale, le medesime mode, gli stessi giochi e maniere di vivere e di pensare.

 

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Written by

Sara

Artista. Classe 1998. La big delle sette sorelle Greffi.
○ Fondatrice del blog Sara Scrive e manager della @Scrive_Squad
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○ Condivido la mia passione per l'arte e tutto ciò che sembra uscito da un film