Il 19 dicembre sono stata partecipe dell’iniziativa di Team World per assistere al doppiaggio del nuovo film che uscirà fra poco nelle sale: Tuo Simon ( versione italiana  di Love Simon) e non vedo l’ora di raccontarvi com’è andata questa grandiosa esperienza!

La mattina sono  andata in università e per quanto ero emozionata mi sono presentata due ore prima davanti allo studio Sound Art 23!  Ovviamente sono stata la prima ad arrivare (non vi nascondo che sembravo una stupida perché stavo ferma in mezzo alla strada ad aspettare) finché alle 3:00 non ci hanno fatto entrare.
È stata una giornata pazzesca:  all’inizio non sapevo cosa aspettarmi perché ho partecipato in maniera molto informale alcuni doppiaggi durante le lezioni a Cinecittà però questo è stato il primo doppiaggio ufficiale a cui ho assistito!
Appena entrati in sala doppiaggio, Manuel Meli e Jessica Loddo si sono presentati ci hanno fatto una piccola introduzione sul lavoro del doppiaggio.

Per prima cosa, il testo con i dialoghi da recitare deve essere tradotto e poi adattato in base alla lingua in cui deve essere doppiato (ecco perchè a volte, soprattutto nelle scene comiche certi modi di dire non rendono). Importantissima è la sincronia con il labiale degli attori, che il più delle volte è la parte più difficoltosa del lavoro, in quanto è raro che la traduzione più fedele abbia anche la stessa lunghezza della frase originale; Il dialoghista-adattatore deve quindi cambiare la traduzione  del testo quel tanto che basta a raggiungere una sincronizzazione soddisfacente, rischiando però di alterare troppo la versione originale.

Una volta esaminato il film con l’aiuto dell’assistente, il direttore del doppiaggio seleziona vari doppiatori, scegliendo la voce più adatta per ciascun personaggio filmico (e anche questa parte del lavoro non è assolutamente facile); 
Successivamente divide il film in brevi clip – chiamati “anelli” – e infine si può passare al doppiaggio vero e proprio, che avviene in una camera insonorizzata dotata di tutte le attrezzature necessarie: un leggio sul quale disporre il copione, un microfono, uno schermo sul quale proiettare la scena da doppiare e un assistente.

Il fonico controlla la strumentazione tecnica, separata dalla sala e visibile da un vetro (come negli studi per le registrazioni musicali): il suo compito consiste nel programmare la visione dell’anello da doppiare, equilibrare i livelli delle tracce in incisione e in generale far sì che il prodotto audio che si ottiene sia della migliore qualità.

Attraverso il computer si procede alla ricomposizione di tutte le scene e al missaggio delle tracce audio, ovvero la base musicale del film con gli effetti sonori e le tracce con le voci degli attori.

Subito dopo ci hanno fatto assistere a ciò che ci avevano spiegato.  Siccome la sala era piccola mi sono seduta per terra come gli altri, però mi sono posizionata al lato del leggio in modo da riuscire a vedere contemporaneamente sia Manuel mentre doppiava e leggeva il testo e sia lo schermo.

Hanno doppiato 2 scene:una consisteva in una sovrapposizione di pensieri in cui il doppiatore (Manuel), senza la sincronizzazione labiale col personaggio, doveva esprimere i pensieri del protagonista che stava scrivendo una lettera .

Inizialmente ho pensato “ma sarà facile, insomma qua non c’è la sincronizzazione labiale”; invece quando hanno fatto partire la scena e si è entrati nel vivo del lavoro, sono rimasta a bocca aperta!
Una scena che mi sembrava semplice, è stata emozionante lo stesso perché  quando è partito il primo anello (sequenza da doppiare), Manuel era super concentrato e già dopo aver visto la clip un paio di volte era in grado di poterla doppiare con la stessa cadenza e il mood della situazione del protagonista.

L’unico mezzo per i doppiatori di trasmettere emozioni in una performance è la voce e Manuel è in grado di farlo perfettamente. Mi sembrava cosi surreale: un secondo prima avevo sentito la clip in inglese e dopo poco tempo era tradotta perfettamente in italiano. La parte più interessante per me è stato vedere come Manuel, durante la visione-prova della clip in inglese, muovesse sincronicamente le labbra pronunciando le parole nella nostra lingua.  Vi assicuro che non è per niente facile, perché io ho provato in prima persona a doppiare… con risultati disastrosi.
È stato veramente fantastico guardare lo schermo e sentire con le proprie orecchie dal vivo la voce del protagonista, cioè la voce di Manuel. Sembrava come di stare in un videogioco con la realtà aumentata!

Successivamente è stata doppiata una scena parlata in cui bisognava sincronizzarsi con il labiale dei personaggi e anche qui Manuel è stato impeccabile. Sono rimasta profondamente colpita dalla bravura e dalla tecnica di questo doppiatore che, sempre dopo aver visto due volte la clip in inglese era in grado di doppiarla perfettamente in italiano.Io sono quella a vicino a Manuel e Jessica, sulla sinistra.

Vi confesso che quando sono entrata mi sentivo parecchio in soggezione perchè  pensavo “Oddio…sto per parlare con dei pezzi grossi del doppiaggio che hanno esperienza da anni anni e arrivo io… non so che dire, non so che fare… chissà se avrò il coraggio di fare le domande che mi sono preparata!!”. Invece appena noi ragazzi abbiamo avuto occasione di intervenire, Jessica e Manuel si sono dimostrati molto disponibili. Vi giuro che stavo morendo dalla vergogna, ma sono riuscita a fare un sacco di domande!  Purtroppo non si potevano fare registrazioni e  quindi sto scrivendo di getto quello che mi ricordo di tutto quello che ci siamo detti una volta tornata a casa.

Come bisogna porsi davanti al testo da doppiare?
Se ricordo bene, Manuel mi ha risposto che ha una memoria molto fotografica e quindi riesce a leggere la battuta un paio di volte e già memorizzarla per poi ripeterla in maniera sincronizzata quando il personaggio attacca a parlare. Lui ha iniziato da piccolo, quindi ormai ha consolidato questa pratica perfettamente.
Per l’intonazione bisogna anche cercare di ascoltare bene il personaggio quando parla, per capire le sue emozioni/cosa sta provando; si può anche provare a conoscere meglio l’attore per capire il suo modo di affrontare un tipo di scena.
È importante anche superare le insicurezze che spesso si manifestano davanti al leggio del doppiatore.

Hai mai usato la tua voce per fare scherzi telefonici?
Manuel ci ha raccontato di quella volta in cui ha fatto finta di aprire una società, insieme al suo amico Alex, e chiamava le sale di doppiaggio per cercare consensi (spero di non essermi sbagliata!).

Quali differenze ci sono tra i film di animazione e il doppiaggio di un film normale?
La differenza fondamentale sta nel fatto che un film d’animazione può essere in qualche modo caratterizzato, cioè il doppiatore può dare qualcosa di suo, può personalizzare di più il personaggio attraverso la voce.

Perché in una serie TV, in un film o in generale, capita che a volte un doppiatore non diventi la voce fissa di un attore?
Come ci hanno spiegato Jessica e Manuel a volte, il rapporto voce-volto, dipende dai contratti che un doppiatore ha, oppure a volte ci sono dei provini e il direttore che ha l’incarico di gestire il progetto può scegliere un doppiatore al posto di un altro (come per esempio è successo a Manuel che ha doppiato per anni Cody  di Zack e Cody al Grand Hotel  e Zack e Cody sul ponte di comando e poi per la serie TV Riverdale invece si è trovato a fare il personaggio di Arcy).  Altre volte invece capita che magari fra 2 serie TV c’è un crossover e il direttore dei lavori non ne viene informato, quindi per doppiare i personaggi del Crossover vengono scelti altri attori invece che quelli canonici della propria serie TV.

Appreso ciò,  non si può fare tragedia perché purtroppo funziona così, quindi evitate di mandare minacce o scrivere lettere arrabbiate agli studi di doppiaggio!

Abbiamo parlato anche di come Manuel e Jessica hanno iniziato la loro carriera in questo mondo: sia del doppiaggio e più in generale del mondo dello cinema. Mi sono sembrati molto soddisfatti del lavoro che fanno.  Fra l’altro Manuel ha fatto anche uno spettacolo teatrale e canta insieme al suo amico Alex Polidori. Jessica invece gestisce appunto la Sound Art 23.

Il loro entusiasmo per il lavoro di squadra mi ha colpito molto e diciamo che mi ha fatto sognare di poter entrare a lavorare nel mondo del doppiaggio… anche se so benissimo che avrei dovuto cominciare a studiarlo molto prima perché ormai ho 19 anni…però mai dire mai! Infatti una delle domande fatte a Jessica è stata proprio “come si fa ad entrare in questo mondo? Perché spesso sentiamo sempre le stesse voci?”
Anche qui il discorso è un po’ più particolare perché i doppiatori e le case di doppiaggio hanno tanto lavoro da fare: hanno tanti film da doppiare, quindi non hanno il tempo di mettersi a fare provini. Anzi come ci ha detto Jessica, ci sono dei direttori, come anche lei, che non fanno provini per il semplice fatto che non hanno il tempo di cercare voci nuove perché con i ritmi lavorativi che hanno sarebbe impossibile impegnarsi nell’organizzare casting.

Nonostante tutto, fra i suggerimenti che comunque ci ha dato c’è il classico “bussare di porta in porta” (senza essere troppo insistenti e fastidiosi). Manuel ha aggiunto che volte bisogna anche avere delle conoscenze per cercare di farsi inserire da qualcuno che si conosce oppure iniziare provando dal gradino più basso ovvero il brusio(cioè quelle scene in cui ci sta un po’ di folla e servono delle voci di sottofondo); poi magari da lì un direttore di sala di doppiaggio scopre qualcuno che è particolarmente portato e puoi essere richiamato anche per fare delle battute di circostanza, sperando di andare sempre avanti.

Un bravo doppiatore deve saper recitare e soprattutto avere un buon italiano (anche se a volte i particolari accenti e dialetti possono essere richiesti). Qualcuno ha scherzato sul fatto che i doppiatori italiani fossero perlopiù romani!

L’evento doveva finire verso le le 4:30 invece siamo finiti a parlare per le 5:00! Infati a un certo punto ci hanno cacciato via dalla sala perché stavamo chiacchierando troppo!
Visto che Manuel aveva finito il turno, è uscito dallo studio insieme a noi e si è fermato ancora a chiacchierare e rispondere alle nostre domande.
Ci ha detto che il suo ruolo preferito è stato quello Cody (della serie “Zack e Cody”). Gli è piaciuto doppiare  anche Phineas di “Phineas e Ferb” e ci ha raccontato di quanto gli sia piaciuto doppiare  con Alex Polidori nel film “Alla ricerca di Nemo”.

Gli ho chiesto come fa a controllare le emozioni,  come si può interpretare/doppiare un ruolo di una persona che piange ad esempio?
Manuel mi ha raccontato che per fare ruolo di Augustus in “Colpa delle stelle” nei momenti in cui l’attore aveva una voce triste o sul punto di piangere, lui pensava ai  funerali di qualcuno a lui caro, e pensando queste cose tristi è riuscito a immedesimarsi nel ruolo.
Infine, gli ho chiesto anche quale fosse stato il ruolo che non gli è piaciuto doppiare  e Manuel ha risposto che non vedeva l’ora che Joffrey, il suo personaggio ne “il trono di spade” morisse!

 

 

 

 

 

 

 

Non smetterò mai di ringraziare Team Word perché alla fine di questa esperienza  sono uscita con gli occhi luccicanti come i cartoni animati giapponesi, o meglio anime giapponesi. Sono veramente contenta e soddisfatta per questa occasione e auguro a tutti di riuscire a realizzare il proprio sogno.
Auguro in bocca al lupo in particolare a Jessica Loddo e  Manuel Meli per la loro carriera!

Buone feste

Qui Sara Scrive, passo e chiudo!

 

Ps: Continuate a seguire Manuel Meli sul suo sito ufficiale (cliccate qui)!

Written by

Sara

Artista. Classe 1998. La big delle sette sorelle Greffi.
○ Fondatrice del blog Sara Scrive e manager della @Scrive_Squad
○ Content creator
○ Condivido la mia passione per l'arte e tutto ciò che sembra uscito da un film