Salve a tutti ragazzi! Oggi volevo parlavi di un personaggio storico che mi interessa particolarmente: la regina Victoria!  Ho cominciato ad appassionarmi al suo regno dopo aver visto la serie tv sulla sua vita (Victoria). Anche se il telefilm presenta una regina molto romanzata, dall’altra parte, dopo una ricerca su internet, ho scoperto che Queen Victoria era tutt’altro che un personaggio noioso!

In questo articolo tratterò di tante curiosità sulla sua vita! 

Il nome odiato

Il vero nome della regina Vittoria era Alessandrina Vittoria, dato dal re per fare un dispetto a suo fratello minore il duca di Kent nonché padre di Vittoria. Il duca avrebbe voluto chiamarla Elisabetta, ma il re invitò lo zar Alessandro primo di Russia per fare da padrino alla bambina così che fu pressoché obbligato darle il nome Alessandrina.
La famiglia nell’intimità la chiamava Drina; i documenti ufficiali Preparati per l’incoronazione recavano l’intestazione Alexandrina Victoria ma nemmeno la regina amava il proprio nome che per sua espressa volontà fu omesso e mai più usato.

Un’infanzia isolata e sorvegliataImmagine correlata

La principessa passò una giovinezza da lei stessa descritta alquanto malinconica: perse il padre a 8 mesi e la madre estremamente protettiva teneva la figlia isolata dagli altri coetanei al palazzo di Kensington, dove dominava sir John Conroy, da molti ritenuto l’amante della Duchessa Vittoria (la madre di Vittoria). I due cercavano di dominarla psicologicamente sperando di accedere alla reggenza. La madre la teneva lontana dalla corte di Londra sia perché era in contrasto con Re Guglielmo e sia perché desiderava a preservarla da ogni rapporto sconveniente in particolare con i figli legittimi del sovrano fino al momento in cui divenne Regina ad appena 18 anni.
Vittoria non solo aveva sempre dormito nella camera di sua madre ma non era mai uscita non accompagnata dopo l’incoronazione.
Uno dei primi atti da sovrana fu quello di chiedere alla madre di lasciarla da sola per un’ora e questo fu l’inizio dell’estromissione della Duchessa di Kent dalla vita della regina

Lo scandalo all’inizio del regno

Vittoria fu assai popolare ma la sua reputazione soffrì quando nel 1839 una delle dame di compagnia della madre, Lady Flora Hastings, iniziò ad ingrossarsi nella zona dell’addome e presto la voce pubblica affermò che fosse incinta di sir John Conroy.
La regina, che detestava sia sir John Conroy sia Lady Flora, su consiglio del primo ministro Melbourne, la costrinse a sottoporsi a visite mediche per attestare la gravidanza ma queste dimostrano la verginità della donna. La poverina in verità soffriva di cancro al fegato, responsabile dell’ ingrossamento dell’addome, pertanto sir John Conroy, la famiglia Hastings e i loro alleati politici, i Tory, condussero una campagna di stampa contro la regina che si intensificò quando Lady Flora morì.
A causa dello scandalo per un certo periodo di tempo la regina, durante apparizioni pubbliche, fu schernita con il nomignolo “Mr.ss Melbourne”.

Il difficile rapporto con la madre

Nei mesi seguenti la regina si distanziò ulteriormente dalla madre che fece confinare in un remoto appartamento in Buckingham Palace e alla quale spesso negava le visite.La stessa Vittoria scrisse in alcune lettere, indirizzate al Lord Melbourne, quanto la stretta vicinanza della madre fosse stata un tormento.

Gli attentati alla regina

La regina subì ben 8 attentati nella sua vita: durante la prima gravidanza di Vittoria, il 10 giugno 1840, il diciottenne Edward Oxford tentò di assassinarla mentre stava passeggiando in carrozza col principe Alberto nelle strade di Londra. Oxford sparò due volte ma entrambi i colpi mancarono il bersaglio. Fu processato per alto tradimento ma fu riconosciuto malato di mente. In molti si sono interrogati sui motivi dell’atto, ma probabilmente Oxford cercava notorietà.
Il 29 maggio 1842 fu la volta di John Francis: puntò la pistola contro la regina durante una passeggiata in carrozza ma l’arma non sparò. Il giorno successivo tentò nuovamente l’attentato ma sbagliò mira e  fu condannato a morte per alto tradimento. La pena fu commutata con l’esilio a vita nelle colonie.
Il principe Alberto ebbe la sensazione che tentativi di assassinio fossero stati incoraggiati dal proscioglimento del primo attentatore.
Il 3 luglio, appena dieci giorni dopo che la pena di Francis venne commutata, un altro ragazzo, John William Bean, attentò alla vita della Regina. Anche se la pistola era stata caricata con carta e tabacco, il crimine era comunque perseguibile con la pena di morte; tuttavia il principe Alberto riuscì a far promulgare dal Parlamento un provvedimento che prevedeva che qualunque tentativo di spaventare la regina utilizzando un’arma, tirandole qualunque oggetto, colpendola in qualunque maniera era passibile di una pena di sette anni di carcere e con la fustigazione; Bean venne quindi condannato al massimo della pena.
Nel 1849 un irlandese disoccupato e rancoroso John Hamilton tentò di spaventarla scaricando una pistola a salve in sua presenza. Hamilton fu condannato ai sensi della legge del 1842 al massimo della pena.Risultati immagini per Attack queen victoriaNel 1850, mentre passeggiava in carrozza, fu colpita da un ex ufficiale dell’esercito, Robert Pate, col bastone da passeggio, che ammaccò il suo cappello e la graffiò: il responsabile fu processato e, non riuscendo a provare di essere malato di mente, subì la stessa condanna di Hamilton.
Nel 72 mentre Vittoria stava scendendo da una carrozza il 17enne irlandese Arthur O’Connor si rivolse alla regina con una pistola in mano e una petizione per liberare i prigionieri irlandesi nell’altra. L’intento era dimostrativo, infatti la pistola era scarica e l’attentatore confidava di convincere la Sovrana ad accogliere la petizione. In ogni caso il cameriere John Brown, al fianco della regina, buttò il ragazzo a terra prima che essa potesse vedere la pistola e fu ricompensato con una medaglia per il suo coraggio mentre O’Connor fu condannato ad un anno di carcere. L’attentato fece riacquistare a Vittoria numerosi consensi.Risultati immagini per Attack queen victoria
L’ultimo degli attentati alla vita di Vittoria fu perpetrato nel 1882: un pazzo scozzese, Roderick Maclean, sparò verso di lei mentre era seduta in carrozza, ma mancò il colpo. L’attentatore fu arrestato con l’accusa di alto tradimento, punibile con la pena capitale (non fu, infatti, applicata la legge del 1842); riconosciuto colpevole, fu tuttavia imprigionato in un manicomio criminale. Il verdetto non soddisfece la sovrana e suscitò aspre polemiche per l’uso della formula «non colpevole, ma pazzo»  Vittoria, negli anni seguenti, incoraggiò l’introduzione della formula «colpevole, ma pazzo».

Regina della carestia

Nel 1845 L’Irlanda fu colpita da una malattia delle patate che in 4 anni costò la vita oltre mezzo milione di irlandesi e vide l’emigrazione di un altro milione di abitanti. In risposta a ciò che venne chiamata “grande carestia”, la regina donò personalmente cinquemila sterline e fu coinvolta in molte iniziative caritatevoli.  Ciononostante la politica del primo ministro Lord John Russell, largamente accusata di peggiorare le conseguenze della carestia, oscurò la fama della Regina. Agli occhi dei repubblicani estremisti Vittoria fu soprannominata «Regina della carestia» e vennero comunemente accettate storie in cui la Regina aveva donato in beneficenza solo 5 sterline.

La portatrice dell’emofilia

Vittoria fu la prima portatrice conosciuta di emofilia e di porfiria nella famiglia reale, per verosimile mutazione spontanea, potrebbe anche aver ereditato l’allele emofilico a da sua madre. L’emofilia per questo motivo è anche nota come emofilia reale.
Portatrice sana, passò la malattia ad almeno tre dei suoi figli di cui un maschio malato e due portatrici certe che la trasmisero alla loro reale discendenza di principi e principesse sparsi per l’Europa.

Il dito sbagliato

Nel giorno dell’incoronazione la regina Vittoria indossava abiti di raso bianco e velluto rosso. L’arcivescovo di Canterbury le infilò un anello nel dito sbagliato e ci volle circa un’ora per toglierlo, in una cerimonia che di suo durava già 5 ore.

Preservativi vittoriani

Nel 1887, in occasione del cinquantesimo anniversario di incoronazione della regina Vittoria, furono messi a punto dei preservativi raffiguranti il ritratto della regina. Fu così che il volto austera della sovrana più puritana di sempre (almeno ufficialmente) si trovò impresso proprio dove meno avrebbe desiderato.Risultati immagini per victoria condom

Le voglie segrete della regina

Anche se Vittoria mostrava l’immagine puritana di angelo del focolare, nell’intimità era assolutamente capace di deliziarsi con i piaceri della carne. Con Alberto fu amore a prima vista, lei stessa scrisse:

“Alberto è davvero molto affascinante, incantevole con gli occhi azzurri e un naso squisito e una bocca così bella con i suoi baffetti delicati e poi leggere leggerissime basette. Una figura magnifica: spalle larghe e vita sottile. Il mio cuore batte. Balla così bene e ha un aspetto davvero spettacolare.”

Notò anche le sue cosce muscolose dentro stretti calzoni di cashmere e stivali alti.

La prima notte di nozze, Alberto si comportò magnificamente, come traspare nel diario di lei, dalle  doppie sottolineature e lettere maiuscole:

“È tutta una beatitudine oltre ogni immaginazione. Tutto è gratificante e sbalorditivo al massimo”

Tuttavia quando Alberto espresse il desiderio di prolungare di 2 giorni la loro luna di miele, lei replicò:

“Dimentichi, mio carissimo amore, che io sono la Sovrana e che il lavoro non si ferma ad aspettarmi”

Vittoria e Alberto si offrivano reciprocamente in dono opere d’arte. Per i suoi 24 anni lui ricevette il dipinto segreto della regina Vittoria, lo appese nel suo spogliatoio come quadro da lui preferito: lei in desabiye appoggiata al cuscino cremisi con i capelli sciolti le spalle nude in una posa molto intima e seducente. Per i 23 anni di Vittoria, Lui fece fare dallo scultore prussiano Emil Wolf una statua in marmo di se stesso raffigurato come guerriero greco con un gonnellino corto gambe nude.La statua fu considerata così originale che nel 1849 ne fu fatta una copia con un gonnellino  più lungo e i sandali ai piedi.

 

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Written by

Sara

Artista. Classe 1998. La big delle sette sorelle Greffi.
○ Fondatrice del blog Sara Scrive e manager della @Scrive_Squad
○ Content creator
○ Condivido la mia passione per l'arte e tutto ciò che sembra uscito da un film