Quest’anno Zanichelli si è fatta portavoce di un lodevole progetto che porta il nome di #paroledasalvare. Nella nuova edizione di uno dei vocabolari italiani più usati e conosciuti di sempre, infatti, sono state inserite più di 3000 parole che sono state affiancate da un piccolo fiorellino che indicherà, appunto, che quella parola sta cadendo in disuso e che sta per essere dimenticata.

La nostra lingua è sicuramente non solo una delle più complesse, ma anche una delle più ricche al mondo. Esistono infinite combinazioni di parole per esprimere un semplice concetto o per tentare di dar voce e corpo alle nostre emozioni, e alle nostre idee. La lingua ha sempre reso i popoli liberi di essere e conoscere, e i diversi modi per esprimersi hanno da sempre reso l’umanità ricca. Oltre a far tesoro delle parole nuove che possono e devono essere porte d’accesso al futuro, andrebbe anche tutelato il nostro passato proteggendo parole che usiamo sempre meno spesso e che prima o poi non useremo più perché sfuggiranno alla nostra comprensione.

A tal proposito Zanichelli si è fatto anche promotore di un bellissimo progetto che ha portato in giro per l’Italia l’istallazione di un vocabolario gigante che è stato e sarà da settembre a novembre in molte delle piazze del nostro Paese. L’istallazione sarà interattiva e permetterà attraverso una tecnologia touch screen di accedere alle parole che Zanichelli ha selezionato per questo progetto e al loro relativo significato. Sarà possibile anche spedire una cartolina utilizzando alcune delle parole che sono state trovate dando così loro una nuova possibilità.

Riscoprire la nostra lingua significa riscoprire la nostra cultura e questo può renderci più consapevoli dei nostri mezzi in qualunque campo.
Saper esprimersi, saper parlare, saper scrivere non utilizzando sempre gli stessi vocaboli rende l’utilizzo della nostra lingua infinito, adatto ad ogni forma d’arte, così com’è sempre stato. Non a caso, infatti, l’italiano ha saputo fare da perno alla nostra poesia, alla nostra letteratura, alla nostra musica risultando da sempre armonioso, melodico ma soprattutto rigoglioso e ricco.

Siamo tutti incredibilmente affascinati da termini che non appartengono alla nostra lingua e ciò non va condannato perché vuol dire che siamo stati in grado di fare nostre realtà che non ci appartenevano, luoghi e tradizioni lontane da noi, ma in questo percorso che ci ha portato alla scoperta di tanti nuovi modi di esprimerci ricordiamoci anche di quelli vecchi in maniera che il nostro patrimonio linguistico sia sempre e solo in grado di arricchirci, e mai di toglierci qualcosa che sia essa anche una singola sola parola.

E voi, miei cari lettori, andrete alla scoperta delle nostre parole (quasi) perdute o desuete (una delle tante parole da salvare!)?

Fatemelo sapere qui sotto!

Antonia