Slam Dunk, Project Arms, Battle Royale: sono 3 manga tanto diversi tra loro che, ci scommetto, vi piaceranno. Un sacco.

I fumetti sono una mia grande passione, da praticamente sempre. Amo particolarmente i comics americani sui supereroi (Marvel soprattutto) e non disdegno il made in Italy. O i manga, che hanno segnato indelebilmente la mia tarda adolescenza.

Oggi vi voglio parlare di un aspirante genio del basket scolastico giapponese, di uno studente dal braccio “stregato” e di compagni di classe costretti a massacrarsi a vicenda. Cos’hanno in comune? In realtà quasi nulla, se non fosse che a modo loro sono il fulcro di tre opere made in Japan ai quali sono molto affezionato. E che vi consiglio caldamente di reperire e leggere.

Schiaccioni a canestro, trasformazioni e ragazzini disperatamente violenti: ecco i miei 3 manga preferiti.

Amore, pallacanestro e schiaffoni

Cosa sono gli spokon? Trattasi di opere giapponesi (fumetti e anime) ambientate nel mondo dello sport. Opere come Rocky Joe e l’Uomo Tigre, tanto per fare due tra i titoli più noti. Parlando della carta stampata, si tratta di roba datata (fine anni Sessanta!) e solo da ragazzo ho appreso che PRIMA sono nati i manga e DOPO i cartoni trasmessi in tv. Decisamente meno vecchiotto è invece Slam Dunk, opera di Takehiko Inoue pubblicata ad inizio degli anni Novanta. Il sottoscritto ha iniziato a leggerlo nel 2001 per merito di un compagno di classe e posso tranquillamente parlare di vero e proprio colpo di fulmine.

Un ragazzo alto, attaccabrighe come pochi e dagli insoliti capelli rossi, si iscrive al club del basket per far colpo su una ragazza. E’ l’inizio delle avventure di Hanamichi Sakuragi il quale, sottoponendosi ad intensi allenamenti, pagina dopo pagina e partita dopo partita diventerà un vero atleta. Non mancheranno incidenti di percorso, liti (la rissa coi teppisti è semplicemente epica) e scontri con compagni di squadra e avversari. Ma, tra una risata e un cazzotto sul grugno, il protagonista si guadagnerà la fiducia di tutti.

Non mancheranno nemmeno le lacrime: pur essendo un principiante, Hanamichi si scoprirà forte e determinante come nessuno s’immaginerebbe, ma non per questo sarà infallibile. In questo senso la partita col Kainan vi rimarrà ben impressa nella zucca.

Esiste anche un anime, trasmesso in Italia e doppiato in un modo davvero particolare, nel senso che… rasenta l’idiozia! Ed è proprio per questo che mi diverte un sacco. Peccato non copra TUTTE le vicende del fumetto, sarebbe stato bello ed assurdo vedere in tv le partite più cazzute.

In Slam Dunk la violenza è marginale rispetto alla trama, ma non posso dire lo stesso delle altre due perle che sto per presentarvi…

Braccia (ahahah) rubate… a Lewis Carroll???

Perdonerete il titolo, sì scemo ma che volutamente racchiude due delle caratteristiche più interessanti di Project Arms. Arms in inglese significa braccia e sono proprio le braccia dei protagonisti (e non solo quelle) a racchiudere un oscuro segreto. Ma Alice nel paese delle meraviglie che c’entra? Questo manga è pieno di riferimenti all’opera di Carroll, cosa che accresce il “fattore cool” di quest’opera, scoperta tra la quarta e la quinta superiore poco dopo Slam Dunk.

La storia inizia tra i banchi di scuola per poi spostarsi nel resto del Giappone. E negli USA. Il viaggio porterà Ryo, Hayato, Takeshi e Kei a combattere la potente organizzazione responsabile delle loro mutazioni. X-Men sui generis? No, decisamente. I ragazzi non sono in possesso di bizzarre capacità innate, bensì vivono in simbiosi con strane creature, composte da nanomacchine e in grado di rigenerarsi.

Passano i giorni (e le avventure) e le arms si evolvono, diventando maggiormente complesse e potenti, così come gli scontri con i nemici si fanno gradevolmente più esagerati. Perchè dico ciò? Beh, vi basti pensare che si parte con un braccio allungato alla Reed Richards ( quello dei Fantastici 4) e si finisce con una creatura in grado di generare e sparare antimateria.

Di questo capolavoro esisterebbe anche un anime che, dal poco che vidi  quasi 20 anni fa, non “gasa” quanto l’opera cartacea. E’ passato del tempo e può essere benissimo che ricordo male ma, se il prodotto vi incuriosisce, potete reperire online i dvd. Se ci riuscite, ed è un se bello grosso, fatemi un fischio.

Violenza e morte in età scolastica

Riecco il tema della scuola e forse non è una coincidenza che, mentre fingevo di studiare, mi sia appassionato a storie ambientate tra banchi, zaini e lavagne. A dire il vero Battle Royale non si svolge effettivamente in un liceo, ma la storia parte durante una gita scolastica che si conclude con un pisolino collettivo. E una volta che Shuya e gli altri si svegliano…

… scoprono che dovranno ammazzarsi a vicenda! Tutto ciò di cui uno studente dispone per sopravvivere è una sacca con bussola, cibo, acqua e un’arma. Pagina dopo pagina si formeranno alleanze più o meno redditizie e non mancheranno le storie d’amore tra spasimanti separati, forse destinati a non ritrovarsi più. Sembra quasi di avere a che fare con Hunger Games, solo che qui la violenza è molto più tangibile e certe scenette van ben oltre il concetto di splatter.

Rispetto a Slam Dunk e Arms, il manga di Battle Royale non è un’opera originale al 100%. Tutto è partito infatti dal romanzo omonimo di Koushun Takami, dal quale è stato tratto anche un film. Tale film vede nel cast Takeshi Kitano (attore e regista apprezzato praticamente in tutto il mondo) e in patria è diventata una delle dieci pellicole più viste di sempre. Anche in questo caso, se vi va provate a cercarlo e nel caso abbiate fortuna passate pure a trovarmi qui.

Direi che è tutto, spero di avervi incuriosito e buona lettura/visione!